Quale futuro per la depurazione delle acque nell’Alto Garda?
È il consigliere provinciale di Onda Filippo Degasperi che tiene alta l’attenzione su un annoso problema del Garda trentino, ossia il depuratore, meglio, il “nuovo depuratore” che dovrebbe asservire l’Alto Garda che con circa 40 mila residenti, ma con i numeri ben più alti durante la lunga stagione estiva, dovrebbe servire allo scopo. Degasperi ha recentemente interrogato la provincia su questo per sapere e capire come intende muoversi. C’è un progetto? Un’idea? Una soluzione? Un progetto, però, di cui esiste solo l’idea, insomma, ma che serve oggi come non mai e per il quale è tempo di dar corso con i fatti alle intenzioni. Lo dice anche senza mezzi termini l’assessore all’urbanistica Mauro Malfer, per il quale la situazione attuale è da vera e propria emergenza costante, quotidiana. I tre depuratori esistenti, uno a Porto S. Nicolò, il secondo in zona nord Cartiere del Garda (Arena) e anche il terzo, quello del Linfano, sono ormai obsoleti e non ce la fanno più a star dietro al carico antropico che il territorio della “Busa” deve sopportare. Il depuratore “Arena” tratta oltre tre milioni di metri cubi di liquami all’anno (dati 2021), spendendo qualcosa come un milione e 862 kilowattora, quello del Linfano segue con quasi un milione e seicentomila metri cubi, mentre il depuratore del porto rivano è al terzo posto con un dato attestatosi, sempre nel 2021, di poco più di 790.000 metri cubi. Il consumo energetico al Linfano è stato di un milione e cento kilowattora, mentre per quello più piccolo a Porto S. Nicolò siamo sul mezzo milione di kilowattora consumati. E allora? Servono oltre cento milioni di euro, questo in estrema sintesi senza addentrarsi in altri dati, il costo per mettere “a posto” tutto. Comune di Riva e Provincia stanno dialogando sull’ipotesi di un nuovo e unico impianto in zona Brione (non si fa più il tunnel stradale e allora, magari, lo si potrebbe pensare da quelle parti), ma siamo solamente alle ipotesi e agli incontri preliminari. Il tema ambientale e urbanistico è tuttavia prioritario, con idee come lo spostamento del depuratore Arena di Riva che potrebbe lasciare spazio alla caserma dei Vigili del Fuoco. Un’area, quella a nord delle Cartiere di circa 5.000 metri quadri che potrebbe servire allo scopo. Ma se Riva piange Arco non è che stia meglio da questo punto di vista, perché il depuratore al Linfano ha criticità anche superiori, come i miasmi che salgono dal trattamento dei liquami e finiscono nel naso dei residenti anche dai tombini stradali. Il momento è “topico” direbbe qualcuno, e anche per queste criticità sarebbe ora che alle parole, alle idee e alle belle intenzioni seguissero i fatti.