Provincia di Trento: “I Fondi di confine non sono più sostenibili”

Claudio Chiarani15/11/20222min
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I 40 milioni di Euro che le Provincie autonome di Trentino e Alto Adige versano per i Fondi ex Odi, ossia indirizzati ai comuni confinanti, grazie ai quali sono state fatte opere ritenute primarie, non sono più sostenibili. Questo, in estrema sintesi, è quanto afferma l’assessore agli Enti locali della Provincia Autonoma di Trento Mattia Gottardi, per il quale l’accordo col Governo va rinegoziato.
Cambiano i tempi e le prospettive, per cui anche quell’accordo a favore dei 48 Comuni confinanti veneti e lombardi va rivisto. Quella firma fu fatta dagli allora presidenti Luis Durnwalder e Lorenzo Dellai nel 2009, l’allora ministro era Roberto Calderoli, oggi con lo stesso incarico nel Governo Meloni e referente per gli Affari regionali, e prevedeva la compartecipazione con una quota fissa delle Province al gettito fiscale. A 13 anni di distanza molto è cambiato sullo scenario internazionale e secondo la Provincia in finanziamento va rivisto. Infatti se dovesse andare in porto l’autonomia “differenziata” delle vicine Lombardia e Veneto, di cui si sta discutendo, esse potrebbero rivendicare più competenze, più ricorse. Con il “peso” che, dal prossimo 2023, porterà 100 milioni di euro in meno di gettiti arretrati alla Provincia di Trento, versati dallo Stato con i precedenti accordi. Insomma, i 9 decimi dei tributi che Trento trattiene (IVA a parte) dai suoi cittadini non ce la farà più a versare 40 milioni di euro per i Fondi di confine che in questi anni sono stati poco utilizzati. Un utilizzo appropriato è stato fatto dal Comune di Limone sul Garda con la realizzazione della frequentatissima ciclopedonale che arriva al confine con il Trentino, propedeutica al progetto della Ciclovia del Garda.

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