“Cabina di regia degli Stati generali del Lavoro, una sfida occupazionale

Redazione22/10/20225min
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Si è svolta la prima riunione della “Cabina di regia” degli Stati generali del Lavoro, insediata all’interno della Commissione provinciale per l’Impiego, con la partecipazione dei rappresentati delle associazioni economiche e del lavoro e dei diversi comparti dell’amministrazione, per affrontare i cambiamenti del mondo del lavoro e delle politiche attive dopo l’emergenza Covid, e oggi alle prese con la crisi economico-sociale sopravvenuta negli ultimi mesi.
L’incontro ha visto innanzitutto la presentazione, da parte della dirigente generale di Agenzia del lavoro Stefania Terlizzi, del Rapporto finale 2022 degli Stati generali del lavoro, risultato di un percorso avviato nella primavera del 2021 dalla Giunta provinciale assieme a numerosi esperti e tecnici e con il contributo degli attori del territorio.
Al centro di questa prima riunione è stata l’individuazione delle priorità su cui intervenire – nell’ambito delle due sfide identificate dal documento, Transizioni e Sviluppo – e la condivisione di un metodo di lavoro. Fra le priorità emerse, la certificazione delle competenze, il potenziamento della formazione on the job, accentuando anche la contaminazione positiva fra mondo della scuola e imprese, ed in generale l’implementazione di nuove proposte rivolte ai giovani, neet e non. Fra gli altri settori su cui agire prioritariamente, quello delle professioni socio-sanitarie.
Riguardo al metodo, all’interno della Cabina, organismo molto ampio, verranno creati piccoli gruppi di lavoro per elaborare proposte concrete che verranno poi condivise periodicamente nell’ambito di riunioni plenarie.

Il rapporto 2022 degli Stati generali del lavoro ha individuato due sfide principali, Transizioni e Sviluppo, da cui si originano una ventina di proposte, alcune già in fase di elaborazione, tre progetti che presuppongono una collaborazione “trasversale” tra i vari comparti dell’amministrazione e quattro proposte di riforma normativa, fra cui la revisione del legge 32 del 1990 (Progettone) e la revisione della legge 19 del 1983 per il rafforzamento dell’integrazione con le politiche territoriali del lavoro, a 40 anni dal varo della normativa.

Venendo alle sfide principali, in estrema sintesi:

Transizioni

Gli ambiti di intervento sono in primo luogo

– giovani: il tema generale è come avvicinare i giovani al mercato del lavoro ma anche come parlare ai giovani (neet e non neet). I giovani non entrano in contatto con i centri per l‘impiego e non hanno familiarità con il linguaggio burocratico-amministrativo. L’ipotesi è individuare modalità sperimentali per intercettare in primo luogo i neet, che hanno lasciato la scuola e che oggi sono a rischio emarginazione. Le proposte all’esame riguardano fra le altre cose la riforma dell’apprendistato, il potenziamento dell’accompagnamento al mercato del lavoro, l’assegno di formazione per i giovani trentini.

– persone a rischio esclusione dal mercato del lavoro: il target è molto vasto e interessa una molteplicità di soggetti inattivi, deboli o fragili, spesso con basso titolo di studio. Fra le proposte il consolidamento della profilazione, il rafforzamento delle misure di condizionalità, la revisione della presa in carico dell’utenza, tenendo conto dell’impatto generato dal programma Gol previsto dal Pnrr e considerando la necessità di un sempre più stretto coinvolgimento della rete degli attori privati.

– donne: il tasso di occupazione della popolazione femminile in Trentino è migliore che nel resto della maggior parte delle regioni del Nord del Paese, ma va riservata sempre maggiore attenzione soprattutto a quelle azioni di sistema che possano innalzare ulteriormente il tasso di occupabilità. Fra le proposte in esame gli incentivi per la trasformazione dei contratti da tempo parziale a tempo pieno e alcune revisioni all’istituto delle co-manager, per ampliarne la portata.

Sviluppo

La sfida identificata con il termine “Sviluppo” riguarda il sistema economico-sociale e istituzionale nel suo complesso. Gli obiettivi sono, in estrema sintesi:

– potenziare i sistemi formativi (consolidando il Fondo di solidarietà del Trentino, le alleanze strategiche per la formazione continua, il sistema di certificazione delle competenze e così via).

– potenziare l’innovazione e i servizi (fra i settori su cui intervenire: attrattività del territorio, management, nuove tecnologie e digitalizzazione, sostegno all’export).

– accrescere la sostenibilità territoriale del Trentino (anche prendendo in considerazione il fenomeno legati all’invecchiamento della popolazione e quindi le strategie di age-management).


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