Concessionari idroelettrico: nuove norme contro la crisi energetica
Via libera della Giunta provinciale al Disegno di Legge contro crisi energetica e caro-energia che verrà presentato al Consiglio provinciale per il successivo percorso di approvazione. L’obiettivo della proposta è individuare azioni che consentano, già nel breve termine, di fronteggiare la crisi in atto. In pratica, con una logica economica per cui solo a fronte di una traiettoria temporale di qualche anno sono possibili investimenti con ricadute positive sull’intero sistema, si consente ai concessionari delle 17 grandi derivazioni idroelettriche di prossima scadenza (13 concessioni di Hydro Dolomiti Energia, 3 concessioni di Primiero Energia e 1 di Dolomiti Edison Energy), di prolungare il periodo di concessione, a fronte della presentazione ed approvazione, di piani industriali che contengano misure specifiche per una maggiore efficienza degli impianti idroelettrici sottesi alle concessioni (circa 30 impianti).
I piani industriali dovranno proporre:
a) misure di efficientamento della produzione, ed in particolare misure per incrementare la capacità di stoccaggio e la potenza installata nonché per aumentare la resilienza delle infrastrutture in termini di sicurezza e di regolarità della produzione stessa.
Si tratta – chiarisce il vicepresidente – di misure da un lato necessarie per una ricognizione e messa in sicurezza, a fronte delle emergenze climatiche in atto, degli impianti idroelettrici, che sono parte del sistema nazionale di produzione di energia e insieme a quelli delle altre regioni del nord rappresentano la principale fonte di energia pulita oggi prodotta in Italia.
Dall’altro si tratta di programmare un incremento della produzione attraverso investimenti di efficientamento, in particolare per quanto concerne la capacità di stoccaggio dell’energia, tenuto conto della necessità di stabilizzazione della produzione a fronte di possibili deficienze del sistema connesse a scenari internazionali mutevoli (ad oggi il 50% dell’energia necessaria è prodotto da fonti fossili in gran parte di derivazione straniera).
b) il pagamento, in aggiunta ai canoni già previsti dalla normativa vigente alla data di entrata in vigore della norma, di una nuova componente di canone, con destinazione degli introiti al sostegno dei costi per consumi energetici del territorio provinciale.
Questo secondo profilo – rimarca sempre l’assessore all’ambiente – riveste grande importanza sul fronte delle compensazioni economiche che il territorio merita in ragione della presenza degli impianti: se da un lato è vero che l’energia prodotta dalle 17 concessioni finisce nella rete nazionale perché l’acqua è risorsa non esclusiva di un territorio, dall’altro lato il territorio stesso non può non pretendere un “ristoro” rispetto alla presenza di queste infrastrutture in un ambiente delicato come il nostro.
Ecco perché – conclude il vicepresidente – i circa 100 milioni di euro di canoni e sovracanoni oggi introitati dall’amministrazione pubblica, Provincia, Comuni, Comunità di Valle e BIM, possono essere incrementati se, come si vuole ottenere con la nuova normativa, si garantisce possibilità di investimenti e conseguente recupero di remunerazione dalla vendita di energia in un periodo medio lungo in cui risulterà possibile “ammortizzare” gli effetti disastrosi della crisi energetica in atto.