Lago di Lagolo, caccia al gambero killer
Una segnalazione di queste settimane con appositi cartelli evidenzia l’attenzione da parte della Fondazione Mach, sostenuta dall’Associazione pescatori Basso Sarca e dalla Rete delle Riserve del Sarca, sulla necessità di un nuovo intervento di cattura nel lago di Lagolo del cosiddetto “gambero killer” o della Louisiana in quanto originario di quelle regioni. Infatti già nell’autunno del 2018 la dottoressa Maria Cristina Bruno della “Mach” aveva iniziato, assieme alla collega Sonia Endrizzi del Muse, uno studio con una prima cattura di esemplari di tale crostaceo della lunghezza media di 4/5 centimetri, estremamente aggressivo e portatore di un fungo piuttosto resistente che determina la distruzione dei gamberi autoctoni e, più in generale, se diffuso in uno specchio d’acqua come nel caso di Lagolo, porta alla graduale alterazione dell’ecosistema lacuale per il sovrasfruttamento delle risorse a danno delle altre specie faunistiche presenti. La pericolosità è legata alla veloce proliferazione dell’animaletto perché, rispetto ai gamberi autoctoni, ha un ciclo vitale più breve ed un più elevato tasso riproduttivo. Di conseguenza è un obiettivo primario quello di evitare che il gambero killer finisca in corsi d’acqua e canali, come succede nella pianura Padana, causando danni ingenti come la distruzione delle risaie. Si tratta quindi della prosecuzione di un percorso progettuale, sostenuto con un apposito finanziamento dalla Rete delle Riserve del Sarca, nell’intento di arrivare attraverso varie fasi alla graduale eliminazione di questa specie aliena. La cattura si effettua con il posizionamento in acqua di un certo numero di trappole con relativa schedatura dei dati come lunghezza, peso e sesso.