CHIUDE ZAMBONI 3 AD ARCO. “COLPA DEL WEB E DEI CENTRI COMMERCIALI”

Claudio Chiarani30/03/20183min
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La data è fissata: il 15 maggio prossimo il negozio Zamboni 3, quello degli abiti eleganti e dell’abbigliamento di qualità, abbasserà definitivamente le serrande sul grande parcheggio del Foro Boario dove s’affaccia. Un esercizio commerciale che, ad Arco, ha di certo fatto la storia dell’abbigliamento e che mancherà a tutti. Certo, è solo quando qualcuno chiude che ci si accorge che manca, perché fin che c’è siamo tutti “abituati” a vederlo lì.
Carlo Zamboni e la sua signora, Marisa Pederzolli, dicono che è “giunto il momento di fare i nonni” anche se l’affermazione è più una battuta che una “giustificazione” alla chiusura. È un ulteriore tassello dei tempi che cambiano, del mondo sempre più “tecnologico” anche per chi decide di acquistare un vestito, una maglia, un paio di pantaloni. Più comodo farlo rimanendo seduti a casa, davanti allo schermo di un computer e con pochi clic, dopo pochi giorni ti arriva a casa quello che hai ordinato. Mancheranno i sorrisi, la cortesia, il momento sociale in cui a contatto col venditore scambiavi due battute, passavi un po’ di tempo. Invece. Invece la tecnologia “ammazza” anche i negozi più grandi, e allora meglio dedicarsi ad altro dopo una vita passata dietro al bancone per consigliare il cliente col colore giusto, la taglia giusta, fare il prezzo migliore. Tutto finito, ahimè.
Tutto “frutto” di chi prova la taglia in negozio e poi acquista online, alla crisi, inevitabile scoglio non ancora superato del tutto, del debito pubblico, dell’imposizione fiscale che si “mangia” buona parte del guadagno, della burocrazia che ti obbliga a passare più tempo a riempire carte che consigliare il cliente. Dal 1897, tuttavia, la storia dei Zamboni è anche quella della città di Arco, dal primo negozio sotto ai portici in piazza all’Arredocasa di via Santa Caterina, Bimbi Moda, uno di biancheria intima e quello di Foro Boario trasferitosi da via Segantini dov’era ubicato inizialmente. Ora il più che meritato, ma in un certo senso anche “obbligato”, riposo.