Pneumologia Ospedale di Arco: “Sei medici anziché undici”

Claudio Chiarani18/07/20223min
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Sei medici, invece degli undici necessari, sono oggi l’organico del reparto di Pneumologia dell’ospedale di Arco che, da quando è scoppiata la pandemia da Covid, devono operare a fronte dei ricoveri che comportano una mole di lavoro superiore alle 60 ore alla settimana. Se due dottori sono assenti, uno per malattia e l’altra per maternità, siamo sempre con otto professionisti contro gli undici necessari a che il reparto possa funzionare al 100% delle sue possibilità. Tre sono andati in pensione o in altre strutture sanitarie; dunque, la situazione è difficile anche per le ferie che ognuno dei medici rimasti in organico ha diritto a fare. Questo nonostante ad aprile scorso, al termine di un concorso che ha visto due vincitori, gli stessi non siano ancora stati chiamati in servizio nel reparto di pneumologia, chiaramente. Una prova, sostengono i sindacati, che l’ospedale di Arco è trascurato dalla Provincia di Trento e dall’Azienda Sanitaria dopo le note vicende ad esso legate, ma che non parlano solo del reparto maternità o della procreazione assistita, ma anche di pronto soccorso, radiologia, psichiatria, tutti reparti “sotto pressione” in particolar modo nel periodo estivo, quando nel Garda trentino soggiornano ospiti e turisti. Se negli ultimi due anni il reparto di Pneumologia è stato il fiore all’occhiello locale nella lotta contro il Covid – dicono i sindacati – dall’altra parte si “soffre” una situazione spesso insostenibile per i medici che vi operano, con i reparti costretti a turni massacranti, a sostituzioni laddove (leggi Pronto Soccorso) manca personale. Insomma, una situazione (la denuncia arriva dai sindacati per bocca del rappresentante Giuseppe Varagone di Uil Flp Sanità – Federazione Lavori Pubblici e Funzioni Pubbliche) difficile da reggere. Ad oggi, afferma il sindacato, nessuna risposta in merito ai due vincitori del concorso per pneumologia è a noi arrivata, mentre anche il reparto degli infermieri e Oss, ossia gli Operatori Socio Sanitari “soffre” di numeri tirati anche qui. La soluzione? Assumere, almeno nel periodo estivo.

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