Quando il cibo è cultura, convegno dell’Accademia Italiana della Cucina a Riva del Garda

Claudio Chiarani07/05/20222min
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La cucina italiana è stata al centro del convegno promosso dalla delegazione di Rovereto e Garda trentino dell’Accademia Italiana della Cucina, svoltosi all’Hotel Du Lac et Du Parc di Riva del Garda. Dopo i saluti istituzionali portati dal sindaco di Riva del Garda Cristina Santi, dell’assessore al Turismo della Provincia di Trento Roberto Failoni, del presidente dell’APT d’ambito Garda Dolomiti Silvio Rigatti e dal presidente dell’Accademia Italiana della Cucina Roberto Ariani, il convegno si è aperto sul tema “Cucina è cultura. Tra arte, tradizione e sostenibilità”.
Organizzato in occasione del quinto anniversario dalla fondazione della delegazione, inizialmente in quel di Rovereto e poi allargatasi al Garda trentino, il convegno è stato presentato dall’avvocato Germano Berteotti, il quale si è avvalso della proficua organizzazione del delegato Vittorio Rasera. Berteotti ha inoltre comunicato ai presenti che lo chef stellato Alfio Ghezzi aveva appena ricevuto il prestigioso diploma di “Buona Cucina per il 2022”. La giornalista Maddalena Fossati ha moderato l’incontro con i due chef (Peter Brunel, purtroppo, non ha fatto in tempo a rientrare da un viaggio di lavoro dall’estero) Alfio Ghezzi e Andrea Irsara, mentre sul palco dei relatori sono intervenuti il professor Montanari, ordinario di storia della cucina all’Università di Bologna e il giornalista professionista Moreno Pecchioli. I lavori hanno spaziato sui diversi temi della cucina italiana, uno straordinario laboratorio di biodiversità culturale in un’armonica diversità. Alfio Ghezzi ha trattato il tema “Arte e cucina”, Andrea Irsara quello legato alla sostenibilità del cucinare. Ghezzi ha sottolineato come un piatto, essendo il suo ristorante in un museo, debba in qualche modo ricalcare l’opera d’arte che viene esposta. Per Irsara l’ospite che si siede a tavola deve andar via con l’emozione data da un cibo il più possibile naturale e a chilometro-zero, dove lo chef tiene sotto controllo tutta la filiera della produzione degli ingredienti.

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