La città di Arco è Re.a.dy, per superare le discriminazioni sessuali
La Giunta comunale di Arco ha deliberato l’adesione a Re.a.dy, la Rete italiana delle Regioni, Province autonome ed enti locali impegnati a prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, anche in chiave intersezionale con gli altri fattori di discriminazione -sesso, disabilità, origine etnica, orientamento religioso, età- riconosciuti dalla Costituzione e dal diritto comunitario e internazionale.
Ready costituisce per le pubbliche amministrazioni regionali e locali l’opportunità di uno spazio non ideologico di incontro e interscambio di esperienze e buone prassi finalizzate al riconoscimento e alla promozione dei diritti umani delle persone lgbt. Ready coopera con le istituzioni nazionali e internazionali, con le associazioni e con altre reti territoriali al fine di promuovere sinergie, valorizzare le risorse esistenti, diffondere le azioni positive sul territorio italiano.
«L’adesione è l’esito di un lungo, travagliato e meditato iter -spiega Tommaso Ulivieri, consigliere comunale con delega a inclusione, diritti civili, laicità e pace- che prende le mosse dalla proposta di Arco Bene Comune di inserirla nel programma amministrativo del candidato sindaco Alessandro Betta nella tornata elettorale per le amministrative del 2014, rafforzato dall’approvazione di una mozione che impegnava all’adesione il 16 ottobre 2019, e infine dalla sottoscrizione da parte del sindaco uscente di “Diritti al voto. Sei azioni per città più inclusive”, l’appello ai candidati e alle candidate sindaco e sindaca del 2020 di ArciGay, Agedo, Famiglie Arcobaleno e Lila, che la prevedeva assieme al linguaggio inclusivo e al sostegno istituzionale ai diritti all’inclusione, al rispetto e a un equo trattamento, nonché alla salute (contro Hiv e Aids) attraverso azioni culturali ed educative. D’altra parte il Consiglio comunale di Arco aveva già deliberato contro l’omolesbobitransfobia nel 2011 e con la nuova consiliatura, il 30 novembre 2020, aveva sostenuto il cosiddetto “DDL Zan” per una apposita legge nazionale contro tali discriminazioni».
Arco si aggiunge così al Comune e alla Provincia di Trento, aderenti dal 2013, e attende Pergine, Rovereto e Mori, che hanno approvato analoghe mozioni per unirsi nella rete ai 14 enti altoatesini e agli altri 249 fra Regioni, Provincie e Comuni che agiscono dal 2006 per far compiere all’Italia un doveroso passo avanti nell’ambito dei diritti e delle libertà individuali.