Ipotesi di falso in atto pubblico per Silvia Betta, vicesindaco di Riva
Silvia Betta, vicesindaco di Riva, dovrà difendersi dall’accusa di falso in atto pubblico, ossia aver autenticato la firma di una candidata della lista “La Riva” e aver successivamente visionato la carta d’identità della stessa, cosa che, invece, deve avvenire contemporaneamente. Il tutto è successo quando si raccolsero le candidature alle ultime elezioni comunali, fatto che di per sé ha già portato alla condanna di quattro mesi con la sospensione della pena per Davide Delaini, il quale raccoglieva le firme dei candidati per la lista civica. La difesa di Betta chiedeva l’archiviazione attraverso la Procura della Repubblica di Rovereto, ma il giudice per le indagini preliminari, dott.ssa Consuelo Pasquali, accogliendo la richiesta della parte civile e respingendo di fatto la richiesta d’archiviazione, ha disposto che il vicesindaco compaia davanti al giudice per le udienze preliminari, il quale sarà chiamato a decidere se Silvia Betta dovrà patteggiare, accettare una condanna in rito abbreviato, un rinvio a giudizio o essere assolta. Per il PATT, partito del quale Silvia Betta è esponente, si tratta di un fatto politico per puro tornaconto personale anche se non se ne capisce la ragione, ma attende fiducioso l’esito degli accertamenti disposti convinti della totale buona fede del vicesindaco, per la prima volta in un’aula di Tribunale a dover difendersi dalle accuse. Silvia Betta prima di essere nominata vicesindaco era consigliera comunale, dunque, al momento della raccolta delle firme stava esercitando il suo ruolo di pubblico ufficiale.