Amsa e APM, prova d’unione per i servizi di Arco e Riva
Renato Veronesi, presidente di Amsa di Arco, e Marco Torboli, amministratore unico di APM di Riva del Garda, hanno preso carta e penna e scritto ai relativi sindaci Alessandro Betta e Cristina Santi una lettera nella quale, illustrando i relativi campi di competenza, esprimono il loro desiderio di creare una società “ad hoc” che gestisca i servizi più importanti per la Comunità.
Parte dal lontano Veronesi, per dire che è tempo di riprendere un rapporto faticosamente costruito nel tempo dalle due rispettive società “In House”. “Amsa e APM – spiega l’ex numero uno della città delle palme – condividono oggi tanti momenti di competenze reciproche, allora perché non pensare ad una “New Co” che rafforzi ciò che oggi già gestiscono? Penso ai campeggi di Arco, alla piscina di Prabi e a quella di Riva che ha in gestione APM, penso ai parcheggi che gestisce APM, alla videosorveglianza e ad altre cose di pubblica utilità che potrebbero trovare in un soggetto unico la risposta migliore”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il numero uno di APM: “Io e Veronesi ci conosciamo da poco – afferma Torboli – ma da subito c’è stato feeling. Ciò che dice lo condivido ma, cosa ancor più importante, è che anche il mio sindaco e il suo convergono su questo. Sì, anche in questi momenti in cui sembra che non si possa andare avanti assieme e che le idee siano opposte, dico che per una Comunità unica tutto questo deve passare in secondo piano. No al Comune unico? Proviamo a fare comunità, allora – prosegue il presidente – partendo magari da una più corretta gestione dei rifiuti, altro problema che la nostra comunità deve risolvere, e bene”.
La lettera spedita ai due sindaci è stata inviata all’insegna della speranza di un “gradimento” condiviso da entrambi, perché l’esperienza che le due società hanno messo a frutto in questi anni vada a beneficio dell’intera comunità.
“Una nuova società equamente divisa al 50% – sottolinea Veronesi – con attenzione verso quei settori in cui ciascuna ha maturato esperienza e possiede le capacità di fare, tutto qui. La nostra è una manifestazione d’interesse verso i due maggiori comuni dell’Alto Garda, ma nulla toglie che guardare agli altri vicini sia impossibile. Il terzo polo urbano, dunque, potrebbe partire proprio da qui, dalla volontà congiunta di due società in seno ai due maggiori comuni di farne una unica per riuscire ad “appiattire” le attuali divergenze e differenze di visioni”.