Futuro di Villa Angerer, Parisi: “Prendiamo esempio dai giardini Trauttmansdorff”
Periodicamente si riaccende ad Arco la discussione su Villa Angerer di Chiarano e del suo parco secolare, probabilmente uno dei più preziosi compendi storico ambientali dell’Alto Garda.
Sul tema ha inviato una nota la consigliera di opposizione Chiara Parisi, del gruppo “Civica Olivaia Etica e Ambiente, Arco che vorrei”.
“Per Arco e per la provincia di Trento – scrive Parisi – parchi e giardini sono un problema, un costo, qualcosa che non si riesce a gestire. Tornando alla cronaca recente stupisce leggere articoli contraddittori in cui c’è chi, dalla Provincia, investirebbe sulla tutela del parco e chi, dal Comune, è pronto a elogiare un progetto che del parco lascerebbe ben poco.
Il racconto che fa il sindaco di Arco, oltre ad essere frustrante, viste le possibilità offerte da questo patrimonio che i nostri vicini hanno saputo cogliere molto bene, riesce anche molto irritante quando si afferma che solo il privato può essere la soluzione. Ancora una volta quello che emerge da questa vicenda è la mancanza di coraggio e la ricerca della soluzione facile attraverso l’intervento del privato, sottostando alle sue esigenze e quindi alla necessità di creare volumi enormi sia fisici che in termini di flusso d’utilizzo (o meglio sfruttamento) a discapito del bene (i parchi e le ville) che avrebbe potuto generare un interesse per la collettività – ambientale, turistico ed economico – se gestito con capacità e lungimiranza. Certo che non è di facile risoluzione – prosegue la Consigliera – ma forse bisognerebbe essere in grado di mettere da parte i progetti giganteschi e megalomani per invece scegliere un progetto più gentile e calato nel territorio, un progetto dei cittadini per i cittadini, che sappia rispettare un luogo che ha nel fascino della sua storia, nell’armonia delle sue forme, nella pace della sua ubicazione, tutti gli elementi per gratificare la nostra comunità. Nel periodo che va dal Congresso di Vienna all’inizio della Prima Guerra Mondiale, nella nostra regione, la casa imperiale Austroungarica e la loro nobiltà scelsero alcune località dotate di caratteristiche uniche, quali mete privilegiate per i loro soggiorni stagionali. Arco, con Merano, diventò una di queste mete. La caratteristica principale che le contraddistingueva era la presenza di rigogliosi e maestosi parchi con fantastici giardini. A Merano – conclude Parisi – questa eredità è diventata una risorsa ambientale, turistica ed economica grazie ai giardini Trauttmansdorff, con i suoi 12 ettari e 80 ambienti botanici, di proprietà della provincia, diventati la meta più visitata dell’Alto Adige”.