Riapre il “Museo de la dòna de ‘sti ani” a Lasino
Al di là della pandemia, che ha sensibilmente ridotto l’attività nell’ultimo biennio, finalmente il comune di Madruzzo ha prorogato all’associazione culturale “Retrospettive” la disponibilità dei locali nel seminterrato del palazzo municipale di Lasino dove è allestita la mostra permanente del “Museo de la dòna de ‘sti ani”. L’esposizione permanente è stata realizzata nel 2015 da un gruppo di volontari del paese che, costituitosi in Comitato, hanno raccolto una notevole quantità di oggetti, strumenti, attrezzature ed hanno allestito tre ambienti tipici della casa contadina di un tempo: cucina, camera da letto e disbrigo. Peccato, dicono i componenti del Comitato, che la proroga sia limitata ad un solo anno, in quanto non gli permette di programmare un’attività almeno triennale. A margine comunque di queste difficoltà, la notizia importante è che finalmente il Museo apre le sue porte per riprendere a pieno ritmo la sua attività.
La finalità dell’iniziativa non è solo quella di fare una semplice mostra di oggetti con i loro riferimenti linguistici, lessicali e semantici, ma soprattutto quella di ricostruire in questi ambienti con la partecipazione della gente determinate tradizioni del mondo contadino, che purtroppo si stanno perdendo: “sfoiar ‘l zaldo”, il “tiro ai òvi”, le “Glorie de Pasqua”, “el sal de san Martin”, “el filò”, “le protagoniste di ieri”, “el carneval de ‘sti ani” e altro.
È fondamentale poi l’aggancio del Museo con le scuole del territorio, per permettere agli studenti un’esperienza che non si limitata alla semplice visita alla mostra, ma una degna conclusione di un percorso didattico, contestualizzato nell’ambito del mondo contadino di un tempo.
Infine da notare la notevole visibilità del Museo con altre realtà museali, come quello degli “Usi e Costumi” di S. Michele all’Adige, con la partecipazione al “Festival dell’etnografia trentina” e varie collaborazioni coll’Ecomuseo della Valle dei Laghi nella organizzazione di stages estivi chiamati “Archivio della Memoria”.