Nuovo centro balneare al lago di Cavedine, WWF e Italia Nostra: “Sospendete i lavori”
Riguardo alla realizzazione del nuovo centro turistico balneare al lago di Cavedine vi è una forte presa di posizione da parte delle associazioni ambientaliste WWF per il Trentino ed Italia Nostra sezione di Trento. Esse, infatti, hanno inviato ricorso alla Giunta provinciale per chiedere l’annullamento della Concessione e la sospensione immediata dei lavori.
Ad integrazione del ricorso è stato inviato al comune di Cavedine la richiesta di un provvedimento di annullamento in autotutela e in subordine di revoca del permesso di costruire.
Gli ambientalisti avevano puntato gli occhi sulla vicenda sollevando alcuni dubbi e perplessità sull’esecuzione delle opere. Nel documento inviato in questi giorni rilevano, a loro parere, un’incongruenza fra le previsioni pianificatorie dell’area ed i lavori fin qui realiz-zati. Nello specifico contestano in particolare l’eccessiva superficie coperta del punto ristoro, costruito con elementi prefabbricati però su un basamento in cemento (una superficie lastricata di 200 mq.) e la realizzazione di una piscina di 300 mq.
L’ultimo atto concessorio, fornito di pareri dei vari uffici provinciali di competenza, facendo riferimento alla realizzazione del Parco balneare, è la delibera consiliare n.17 dd. 20 luglio 2020 con la quale, oltre a recepire la sanatoria per le opere abusive, è stato approvato “Piano Guida di Comparto B presso l’area parco balneare sul Lago di Cavedine pp.ff. 2392, 2394, 2395, 2391/1, 2393/2 C.C. Laguna Mustè I. Approvazione delle modifiche con relativo schema di convenzione”.
“L’edificazione autorizzata – scrivono gli ambientalisti di WWF e Italia Nostra – contrasta con quanto dispongono le norme tecniche di attuazione del PRG di Cavedine per l’area interessata le quali non prevedono nuova edificazione se non in aumento del 20% dell’esistente. Secondo il parere del Servizio urbanistica della PAT, richiesto dal comune stesso, non erano presenti strutture sulle quelle particelle fondiarie. Inoltre questo parere provinciale afferma che al servizio del parco balneare possono essere consentiti solo dei piccoli chioschi di limitate dimensioni e con carattere di reversibilità. Pertanto – secondo i firmatari del Ricorso – è inammissibile considerare di limitate dimensioni un punto di ristoro con una superficie netta di 186 m² e con una superficie esterna lastricata di 200 mq.
Il manufatto autorizzato e in costruzione – concludono gli ambientalisti – non sembra poi avere il carattere di struttura leggera, prefabbricata e facilmente rimovibile in quanto posa su una base di cemento armato. La realizzazione della piscina comporterà inoltre l’asportazione di 600 m cubi di terreno”.
Riguardo agli sviluppi della vicenda, iniziata nel 2009, si dovranno attendere le risposte della Giunta provinciale e del Comune di Cavedine in merito al ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste.
MARIANO BOSETTI