Un ponte tibetano collegherà il castello di Arco al Colodri?

Claudio Chiarani04/11/20213min


L’idea di collegare con un ponte tibetano il castello di Arco alla rupe del Colodri è da qualche tempo che gira in città, ma solamente in questi giorni da semplice “chiacchiera” si sta trasformando in qualcosa di più concreto. Non è che domattina gli arcensi si sveglieranno con un ponte sospeso sopra la testa, stile quello in val di Rabbi, ma l’idea che è nata nel salotto letterario Cazzaniga, volta a dare un’attrattiva in più al suo Castello, sta prendendo corpo. E che si tradurrebbe anche in introiti per chi dovesse in qualche modo poi gestirlo come Amsa o Assocentro.
“È vero – ci conferma Giovanni Cazzaniga – con qualche amico entusiasta dell’idea, primo fra tutti il vulcanico novantenne Silvio Malfer, abbiamo dato incarico ad uno studio di Architettura il compito di approfondire la fattibilità della cosa. Perizie geologiche, sicurezza, costi e quant’altro possa servire a dare concretezza al progetto di massima per presentarlo all’Amministrazione comunale. Certo, la strada è lunga, ma siamo convinti che funzionerà. In primis perché attorno all’idea c’è tanto entusiasmo, poi perché l’investimento per costruire l’opera ritornerebbe in breve tempo. Ovvio, ci stiamo ragionando concretamente e se poi si potrà fare lo faremo”.
Il ponte sospeso sarebbe lungo circa trecento metri, una prima stima dei costi si aggira sul mezzo milione di Euro, ma è chiaro che sono ipotesi della primissima ora che lo Studio di fattibilità dovrà poi confermare.

“Io credo che un’opera simile la vorrebbero visitare in tanti – replica Cazzaniga – e quindi si ripagherebbe in poco tempo. Certo, va certificata la stabilità geologica, poi la messa in sicurezza, la sua gestione e gli accessi, tante cose che se confermate renderebbero il progetto realizzabile”.
Il ponte sarebbe un valido aiuto anche per incrementare le visite al Castello e darebbe un impulso non solo ad Arco ma sarebbe di beneficio all’intero territorio alto gardesano. Un’attrattiva che esiste già in val di Rabbi e che si sta realizzando in quel di Mezzocorona. Un’opera che manca in Busa ma che, se tutto va come gli ideatori sperano, presto potremo vedere anche ad Arco.

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