Una casa per chi vive e lavora qui: la proposta di Fratelli d’Italia

Nicola Filippi24/07/20255min
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Non è un fulmine a ciel sereno. È una pioggia sottile e insistente che da anni bagna, quasi senza tregua, le speranze di chi cerca una casa dove vivere stabilmente nell’Alto Garda e Ledro. L’emergenza abitativa non è una novità. Ma ora, grazie a una mozione presentata dai consiglieri di Fratelli d’Italia Elisabetta Aldrighetti e Nicola Santoni, torna con forza sotto i riflettori del Consiglio comunale di Riva del Garda.
Lunedì prossimo, infatti, l’aula sarà chiamata a discutere un tema che tocca le vite concrete di famiglie, lavoratori stagionali, giovani coppie e cittadini che, nonostante un impiego, fanno fatica a trovare un tetto sopra la testa. Troppo pochi gli appartamenti disponibili a lungo termine, troppo alte le richieste economiche, troppa la concorrenza di un mercato turistico sempre più aggressivo.

 

 

Il paradosso di un territorio che respinge chi lo abita
È il paradosso del nostro tempo e del nostro territorio. Una terra bella e desiderata, dove il turismo porta ricchezza ma al tempo stesso sottrae spazi vitali a chi ci vive e lavora. I centri storici si svuotano, gli alloggi permanenti spariscono, e i proprietari di immobili – comprensibilmente – scelgono la via più redditizia e meno rischiosa degli affitti brevi. Più guadagno, meno grattacapi. Meglio un turista che paga subito, piuttosto che una famiglia che forse non riuscirà a saldare l’affitto ogni mese.
“Nel nostro territorio – scrivono i due consiglieri nella mozione – la presenza turistica segna ogni anno un incremento esponenziale, che spinge i proprietari a locare gli appartamenti a un prezzo molto elevato, vista la sicurezza del guadagno e la disponibilità immediata dell’immobile a fine locazione breve”.
Ma in questa dinamica di mercato, resta indietro chi il territorio lo tiene vivo ogni giorno: il barista, la maestra, il muratore, l’operatore sanitario, il lavoratore stagionale che torna ogni anno con puntualità. Persone che lavorano, pagano le tasse, fanno comunità, e che ora rischiano di essere tagliate fuori.
La mozione: incentivi per chi affitta a lungo termine
Ed è qui che entra in gioco la proposta politica. Fratelli d’Italia, pur essendo forza di opposizione nel Consiglio comunale, si presenta con un’iniziativa concreta: un contributo economico – la cui entità sarà definita congiuntamente da Comune, Provincia e Comunità di Valle – per i proprietari che scelgano di ristrutturare appartamenti sfitti vincolandoli però a una destinazione precisa: affitto a lungo termine, con contratto regolare, destinato a residenti o lavoratori stagionali.
Una scelta strategica, che guarda al futuro ma mette radici nel presente. “L’obiettivo è duplice – spiegano Aldrighetti e Santoni – da un lato recuperare il patrimonio edilizio esistente, dall’altro garantire alloggi accessibili a chi ha davvero bisogno. È un primo passo per favorire la residenzialità e il lavoro sul territorio, in modo equilibrato e sostenibile”.
La proposta, insomma, non vuole demonizzare gli affitti turistici, ma offrire un’alternativa sostenibile. “Più che scoraggiare il turismo, crediamo – precisano i consiglieri – che sia giusto incentivare gli affitti stabili, anche attraverso agevolazioni fiscali come la cedolare secca o i canoni concordati”.
Un segnale politico atteso da tempo
L’idea, va detto, non spunta dal nulla. Già quasi un anno fa, una commissione intercomunale e interforze, sotto la regia dell’Apt, aveva elaborato un documento d’analisi inviato alla Giunta provinciale e all’assessore al turismo Roberto Failoni. In quel testo si parlava apertamente di famiglie che non riescono a trovare casa e di affitti che superano i mille euro anche per piccoli appartamenti. Ma quel documento è rimasto senza risposta.
Ora, con questa mozione, il tema torna sul tavolo. E lo fa con forza. La speranza, condivisa anche da chi non siede tra i banchi di Fratelli d’Italia, è che il dibattito si trasformi in azione. Perché la questione casa non può più essere rinviata.
Una casa, sì. Ma non solo come bene immobile. Una casa come diritto, come spazio di stabilità e futuro. Perché vivere nel territorio non può essere un lusso. Deve tornare a essere una possibilità concreta, per chi qui costruisce giorno dopo giorno la propria vita.