Un anno della gentilezza nelle scuole: com’è andata
Era il 30 novembre del 2021 quando il sindaco di Arco Alessandro Betta e il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Claudia Terranova firmavano il Manifesto della Scuola Gentile, che impegnava la scuola a lavorare su sette temi: oltre alla gentilezza, ottimismo, perdono, gratitudine, felicità, interconnessione e rispetto. A un anno di distanza, il bilancio. A raccontare com’è andata, nella mattina di martedì 29 novembre in municipio, c’erano, assieme al sindaco Alessandro Betta, per l’associazione Giovani Arco (che ha gestito il progetto) Cristina Bronzini e Andrea Morghen, e per l’Istituto comprensivo il dirigente scolastico Claudia Terranova.
Perché una Scuola Gentile? Per educare le nuove generazioni, che studiano in classi sempre più multiculturali, all’accoglienza e all’inclusione, e per rendere i giovani cittadini soggetti pro-attivi del cambiamento sociale verso una comunità più coesa, unita e rispettosa dell’ambiente. La gentilezza è un valore sociale di fondamentale importanza; è basato sulla collaborazione anziché sulla competizione, crea senso di appartenenza, bellezza e gioia anche nei momenti difficili, dentro e fuori il contesto scolastico o di comunità.
Il progetto, a cui ha aderito anche il Centro di formazione Enaip Alberghiero di Riva del Garda, ad Arco ha coinvolto quindici classi e ha comportato 81 ore di formazione in tre percorsi: educazione alla gentilezza, educazione all’inclusione e educazione alla consapevolezza.
Il primo, realizzato in nove classi per 63 ore di formazione, ha comportato la proclamazione di “Scuola gentile” con la sottoscrizione del relativo manifesto e l’entrata nella Rete nazionale delle Scuole Gentili.
Il percorso “educare all’inclusione”, seguito da sei classi con una formazione di tre ore a classe, consisteva in un laboratorio di educazione all’integrazione attraverso l’immagine: con l’ausilio di cortometraggi di Religion Today Film Festival, sono stati affrontati i temi della diversità culturale e religiosa, del razzismo e della valorizzazione delle differenze, della cultura della non violenza, della pace e dei diritti umani (conoscere e rispettare) e delle migrazioni (integrazione, dialogo e convivenza).
Infine, il percorso “educare alla consapevolezza” è stato seguito dall’Enaip.