Trento Film Festival, confronto su montagna sostenibile e abitata
“Questo è un momento particolare per il Trentino. Il Trento Film Festival giunge perciò con ancora maggiore puntualità, perché ci aiuta a riflettere su un ‘nuovo’ modo di guardare alla montagna, al rapporto uomo-ambiente, e fra la città e le alte quote. Questo è prezioso anche per noi amministratori, pienamente coinvolti in un dibattito scatenato purtroppo da un evento tragico, che supera i confini del Trentino, che assume una dimensione nazionale e internazionale. Dobbiamo affrontarlo con coraggio, e tenendo sempre a mente qual è il nostro obiettivo principale: far sì che la montagna resti abitata, e che uomo e ambiente naturale possano continuare a convivere”. Con queste parole il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento e assessore all’ambiente Mario Tonina è intervenuto stamani all’evento di presentazione della 71esima edizione del Trento Film Festival, tenutosi a Palazzo Geremia, alla presenza fra gli altri del presidente Mauro Leveghi, del sindaco Franco Ianeselli, della direttrice Luana Bisesti e del direttore artistico Sergio Fant.
Fra i temi centrali di questa edizione che fa di Trento la capitale del confronto fra la montagna, il cinema e le arti in generale, quello della sostenibilità.
In questa riflessione ci aiutano le parole di Annibale Salsa, un grande esperto di cultura alpina, che ha detto: ‘L’uomo, parte integrante della natura, ha una responsabilità diretta nell’adattare e plasmare l’ambiente e il paesaggio. Le comunità delle Alpi si sono adattate, nei secoli, alle costrizioni territoriali rispettando i limiti imposti dalla montagna mediante l’elaborazione di regole statutarie, tanto concrete quanto rigorose. Ma con l’accelerazione del progresso tecnologico moderno i rischi di oltrepassare i limiti sono aumentati. Non per questo possiamo però invocare una montagna abbandonata, inselvatichita, privata dell’apporto laborioso delle comunità residenti. Comunità che devono continuare a vivere sui territori dignitosamente e serenamente’.
Dobbiamo perciò continuare a vivere la montagna, ad abitarla, a curarla. E al tempo stesso dobbiamo porci nuovi obiettivi, come il raggiungimento dei traguardi posti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, recepiti dalle strategie nazionali e anche da quelle di territori come il nostro, che rispetto alle altre regioni può contare su uno straordinario strumento di intervento quale è l’Autonomia speciale”.