Trentino: l’occupazione cresce ancora e si stabilizzano le assunzioni

Redazione01/12/20235min
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Nel primo semestre del 2023 prosegue ancora il trend favorevole del mercato del lavoro in Trentino. Occupazione in ulteriore moderata crescita e disoccupazione in calo, un volume di assunzioni realizzato nel primo semestre del 2023 che rimane, dopo quello eccezionale rilevato nel 2022, in uscita definitiva dalla pandemia, il migliore, un ricorso alla cassa integrazione che cresce solo nella componente ordinaria e complessivamente resta attestato ai valori minimi degli anni pre crisi. Questi i trend di un mercato del lavoro trentino che si conferma dunque in buona salute, con diversi dati positivi e alcune flessioni, vedi il numero di assunzioni, che però rappresentano la normalizzazione rispetto alle performance precedenti.
Si può riassumere così il quadro delineato dal 38/esimo Rapporto sull’occupazione nella nostra provincia presentato in occasione del quarantesimo della legge provinciale 19 del 1983 su “Organizzazione degli interventi di politica del lavoro”.

Focus sul 38° Rapporto sull’occupazione in provincia di Trento

Rispetto al quadro generale sopra delineato, ecco i punti principali evidenziati nel rapporto.

In particolare nel corso del primo semestre 2023:

● L’andamento delle imprese trentine si caratterizza per una crescita complessiva della produzione (+4,5%) e del fatturato totale (+5,5%). Ciò grazie in particolare al buon andamento del mercato locale (+11,8%) che recupera in parte il calo della domanda estera (-3,0%), condizionata dalla contrazione dell’attività industriale e del commercio mondiale. Per i movimenti turistici si profila una netta ripresa, grazie al decollo della stagione invernale, con gli incrementi del 23,6%,negli arrivi e del 25,1% nelle presenze, che rasentano quote attorno al 40% nel caso degli stranieri.

Il mercato del lavoro in un trend che si conferma favorevole mostra minime variazioni rispetto al primo semestre 2022. Gli occupati sono quasi stabili (+0,3%), mentre le persone in cerca di occupazione calano in misura più visibile (6,6%). Gli occupati crescono nel secondario, grazie soprattutto alle costruzioni.
La componente dipendente si rafforza ulteriormente, soprattutto tra le donne. Il tasso di occupazione complessivo sale di mezzo punto e si porta al 69,6%; quello di disoccupazione scende di 0,3 punti e si assesta al 4,0% (media dei due trimestri).

● Il focus sulla quota parte di occupazione alle dipendenze, misurato attraverso la fonte amministrativa delle Comunicazioni Obbligatorie, mostra una crescita del 3,1% degli occupati dipendenti, sia tra i maschi che tra le femmine. Crescono ancora in misura superiore al dato medio i giovani fino a 34 anni (+3,6 %) già protagonisti della crescita del 2022 e gli over 54 anni (+7,6%). Per area di attività spicca il dato dei pubblici esercizi, che guadagnano il 10,5% di occupati rispetto al primo semestre 2022. Si consolida il peso del lavoro stabile, sia per gli uomini che per le donne. Le professioni legate al lavoro d’ufficio manifestano una crescita superiore alla media (+6,8%), così come l’intero raggruppamento delle figure “medium-skill” (+5,2%).

I rapporti lavorativi caratterizzati da un inquadramento stabile sono cresciuti del 3,3%. Quelli a scadenza del 2,3%. A livello di contratto cala solo il lavoro somministrato, che perde 327 occupati (-12,6%), in maggioranza uomini. Del buon andamento dei pubblici esercizi ha beneficiato il lavoro intermittente, che fa segnare l’aumento più elevato: +6,2%.

Nei primi sei mesi del 2023, rispetto all’analogo periodo dell’anno prima, si rileva invece un calo della domanda di lavoro delle imprese trentine. Rispetto al primo semestre del 2022 le assunzioni flettono di quasi 3.100 unità e del -3,8%. Tuttavia il saldo occupazionale è positivo, determinato da un maggior numero di entrate lavorative rispetto alle uscite. Le cessazioni lavorative diminuiscono, infatti, in misura maggiore, per 5.218 unità e una variazione del -7,2%. In riferimento alle tipologie d’inserimento al lavoro il dato principale da sottolineare è il rafforzamento della stabilità lavorativa.
Nel primo semestre 2023 crescono inoltre le trasformazioni dei contratti a termine in tempo indeterminato. Un aumento del +4,3% rispetto l’anno prima.

● È cresciuto il ricorso alla cassa integrazione (+46,5%), ma solo per quanto riguarda gli interventi ordinari. La Cigs risulta stabile, mentre la Cig in deroga è ormai assente. Circa due terzi delle ore sono state autorizzate a favore delle imprese industriali, mentre l’edilizia ha assorbito quasi tutta la quota restante.

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