Ciclovia, al via i lavori a Torbole per la nuova rotatoria tra turisti, traffico e soccorsi: “Rebaltòm del paés”

«Da lunedì 22 di questo mese si darà inizio al rebaltòm del paés. Siamo a Torbole sul Garda ed è ancora pieno di turisti!».
Così scrive Aldo “Tajom” Tavernini, memoria storica, occhio attento e voce critica della comunità, commentando l’imminente avvio dei lavori sulla viabilità principale del paese, la realizzazione della nuova rotatoria all’incrocio fra via Matteotti e via Strada Granda, nell’ambito dell’appalto per la costruenda “Ciclovia del Garda” (Unità funzionale 18), dopo aver ricevuto il volantino che spiega nei dettagli il cronoprogramma dei lavori (si legge, infatti, di almeno due mesi di disagi, ndr). Una notizia che, più che sollievo per il miglioramento delle infrastrutture, porta con sé una scia di perplessità e timori. E soprattutto proteste.
La scelta del tempo
In un territorio che vive di turismo e che, in queste settimane, continua a essere attraversato da migliaia di ospiti italiani e stranieri, aprire cantieri proprio adesso significa mettere alla prova la pazienza di residenti, operatori economici e visitatori. Code, rallentamenti, deviazioni obbligatorie: la quotidianità rischia di trasformarsi in un percorso a ostacoli.
«Signor Primo Cittadino – scrive ancora Tavernini – avrebbe dovuto recarsi in quel di Trento e far capire che non siamo in una sperduta valle del Trentino». Il riferimento è diretto: il problema non riguarda solo Torbole, ma anche il modo in cui la provincia programma e concede l’avvio di lavori che incidono sulla vita reale delle comunità.
Il nodo della sicurezza
Oltre al disagio, resta il nodo cruciale: la viabilità in emergenza. Ambulanze, vigili del fuoco, mezzi di soccorso: cosa accadrà se le strade principali saranno bloccate o congestionate dal traffico turistico sommato ai lavori? In un territorio che ha costruito la propria reputazione sulla rapidità ed efficienza della Protezione civile, il rischio di rallentamenti nelle risposte non può essere sottovalutato.
La voce dei cittadini
Il post di Tavernini raccoglie un sentimento diffuso: il timore che decisioni calate dall’alto non tengano conto della quotidianità di chi vive il paese. «Non siamo in una sperduta valle» significa ricordare che Torbole è crocevia internazionale, vetrina del Garda Trentino, luogo dove la pianificazione dovrebbe essere calibrata con maggiore attenzione, soprattutto nei mesi clou della stagione turistica.
Una lezione di metodo
Il tema, al di là del singolo cantiere, è quello del dialogo tra amministratori e comunità. Si può comprendere la necessità di interventi sulla viabilità, spesso urgenti e non più rimandabili. Ma resta il dubbio: non sarebbe stato possibile posticipare o modulare l’avvio dei lavori in un periodo meno critico, magari in autunno, quando i flussi turistici si riducono e la pressione sul territorio cala?
Il futuro prossimo
Nei prossimi giorni capiremo quale sarà l’impatto reale di questo “rebaltòm del paès”. Se prevarrà il caos annunciato o se prevarrà, invece, una gestione intelligente e flessibile del cantiere. Di certo, la voce di chi conosce il paese, come quella di Aldo “Tajom” Tavernini, invita a riflettere: programmare non significa solo appaltare lavori, ma anche saperli collocare nel tempo giusto, con uno sguardo che tenga insieme turisti, residenti e sicurezza collettiva.
(n.f.)