Štorch e Jeřábek: la solenne commemorazione

Si è svolta sabato 23 settembre la solenne cerimonia di commemorazione dei legionari cecoslovacchi Alois Štorch e Leopold Jeřábek, presenti per l’Amministrazione il sindaco Adalberto Mosaner e per la Repubblica Ceca una rappresentanza particolarmente folta, guidata dal consigliere Josef Spànik e, per la Regione di Plzeň, dal presidente Josef Bernard e dal vicepresidente Ivo Gruner. Presente anche l’assessore di Arco Stefano Miori.
La cerimonia si è tenuta come ogni anno al monumento che in località Grez ricorda Alois Štorch, caporale telefonista della terza batteria del 13° Reggimento di artiglieria di stanza a Nago, giustiziato il 5 luglio 1918 per aver combattuto gli austroungarici a fianco dell’esercito italiano, e perciò considerato disertore. Sul monumento, eretto nel luogo dell’impiccagione di Alois Štorch, nel 2015 è stata apposta una targa a ricordo del commilitone legionario Leopold Jeřábek, annegato nella notte tra il 2 e il 3 luglio 1918 nella foce del Sarca, nel corso della stessa operazione in cui Štorch fu catturato.
Da parte del presidente Josef Bernard, presente per la prima volta alla commemorazione di Riva del Garda (così come una troupe della sede regionale di Ostrava della Česká televize, la televisione nazionale ceca, che ha realizzato un servizio sulla cerimonia), un sentito ringraziamento alla città di Riva del Garda per la cura e la dedizione con cui mantiene il decoro del monumento e con cui partecipa all’annuale commemorazione: «Le tombe dei soldati cechi e slovacchi che hanno combattuto contro l’Intesa durante la prima guerra mondiale sono sparse in tutta Europa – ha detto il presidente – e se noi ogni anno li ricordiamo tutti è perché il loro coraggio ha permesso che dopo molto tempo nascesse lo Stato indipendente, libero e democratico della Repubblica Ceca. Alois Štorch è stato impiccato all’alba del 5 luglio del 1918, durante la prigionia e nel momento dell’esecuzione ha sempre mantenuto un comportamento coraggioso, ha ammesso i fatti ma non ha rivelato nulla. Dopo la morte il suo corpo è stato lasciato esposto sulla forca per tutto il giorno, allo scopo di dissuadere altri a seguire il suo esempio; ma il risultato fu l’opposto, e tanti soldati decisero di disertare e di passare nelle legioni cecoslovacche. Alois Štorch, onore alla tua memoria!».
La storia
Nella zona del lago di Garda durante gli ultimi anni della Grande Guerra operava presso il 29° Corpo d’armata italiano un’unità cecoslovacca, la seconda compagnia del 39° con il nome di «Avio». Ne facevano parte anche due cechi passati con gli italiani, il caporale Alois Štorch e l’appuntato František Tobek, che avevano contribuito con le loro informazioni alla resistenza delle truppe italiane al Doss Alto. Alois Štorch, caporale telefonista della terza batteria del 13° Reggimento di artiglieria di stanza a Nago, era nato il 20 giugno 1893 a Ceskà Lìpa; l’appuntato František Tobek, della stessa batteria, era nato il 21 maggio 1896 a Lazany, presso Litomyšl. Il piano di azione prevedeva che i due graduati cechi, alla testa di due manipoli nei quali militavano altri due soldati cecoslovacchi, Leopold Jeřábek e Jan Smarda, sarebbero partiti da Malcesine e da lì avrebbero superato gli sbarramenti penetrando in territorio austriaco nella piana del Sarca, allo scopo di mettere scompiglio nelle linee avversarie e nel contempo attirare le simpatie dei connazionali, rimasti nelle file austro-ungariche. L’approdo avvenne verso l’una e mezza della notte tra il 2 e il 3 luglio 1918 alla foce del Sarca, ma i militi furono scoperti dalle pattuglie austriache e tentarono la fuga gettandosi a nuoto: Jeřábek rimase colpito e annegò; Tobek si salvò nuotando fino alle linee italiane a Buon Porto; Štorch, colto da un crampo in acqua, fu catturato da una pattuglia austriaca; infine, Smarda fu preso dagli austriaci sulla costa. I due soldati catturati vennero immediatamente sottoposti a processo davanti all’arciduca Max, ma se la posizione di Smarda fu più lieve, colpevole solo di aver voluto rientrare in patria, Štorch fu riconosciuto disertore e condannato a morte. La sentenza fu eseguita alle 2 e mezza del mattino del 5 luglio 1918. Per rappresaglia il generale Graziani, comandante della divisione cecoslovacca, ordinò un massiccio bombardamento sulla inerme città di Riva e sul luogo della impiccagione dello sfortunato Štorch.