Statale Rovereto – Alto Garda: pochi autovelox funzionanti e nuove regole in arrivo

Redazione05/05/20253min
autovelox


 

Con un traffico giornaliero che può raggiungere i 29mila veicoli durante l’estate, la strada Statale 240 che collega Rovereto all’Alto Garda è una delle arterie più battute del Trentino. In media, nel tratto tra la galleria di Tierno e Loppio, transitano circa 19.500 mezzi ogni giorno. Eppure, la presenza effettiva di dispositivi di controllo della velocità in questa zona non è proporzionata al volume di traffico.

Nel territorio comunale di Mori, ad esempio, sono state annunciate quattro postazioni fisse: due in corrispondenza della galleria, una al Soardi Center e una a Loppio. Ma solo quest’ultima risulta effettivamente operativa. Al Soardi c’è solo un palo privo del dispositivo, e degli altri due non si è mai vista traccia.

 

 

In tutto, lungo la SS240 tra Rovereto e il lago di Garda, sono state individuate quindici postazioni nel corso della scorsa estate. Tuttavia, non tutte risultano attive o funzionanti. Questo dato è stato diffuso da Assoutenti, associazione nazionale impegnata nella difesa dei diritti degli utenti dei servizi pubblici, che ha lanciato un allarme sulla situazione dei controlli stradali estivi. Secondo il presidente Gabriele Melluso, molte delle strade più frequentate durante le vacanze rischiano di restare prive di strumenti per il controllo della velocità, se non verrà approvata rapidamente una normativa chiara sull’omologazione degli autovelox. «Il rischio – ha sottolineato – è quello di un vuoto normativo che porti a ricorsi in massa da parte degli automobilisti e metta in crisi la sicurezza stradale e le finanze dei Comuni».

A partire dal 12 giugno, con l’attuazione definitiva delle regole stabilite dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, le amministrazioni locali non potranno più installare liberamente gli autovelox. Le nuove disposizioni impongono infatti distanze minime tra le postazioni e l’obbligo di ottenere il via libera da parte delle prefetture, oltre alla presenza di requisiti specifici per la loro collocazione.

Assoutenti ha inoltre ricordato che in molte aree del Paese, dalla Val di Fassa fino al Salento, la presenza massiccia di questi dispositivi ha permesso ogni anno l’emissione di milioni di euro in multe. Tuttavia, senza regole certe e un’adeguata omologazione, la loro efficacia – e la loro stessa legalità – rischia di essere compromessa.