SPIAGGIA DEGLI ULIVI A RIVA DEL GARDA, CI PENSANO CHEMOLLI E ZINI?

Stufi di vedere il luogo di ritrovo per eccellenza dei rivani di generazioni passate, Luca “Baio” Zini e Franco Chemolli, quest’ultimo storico gestore del locale disegnato dall’architetto Giancarlo Maroni durante il regime fascista e destinato a stabilimento balneare, hanno deciso di partecipare al bando per l’aggiudicazione degli spazi esterni ed interni, tristemente “famosi” per le tre passate gestioni “poco felici”. Ora che il canone sarà stabilito per questa stagione (si parla di massimo due mesi, però, agosto e settembre se va bene) con un forfait, per passare poi a 45.000 euro/anno per il 2020 e 2021 e poi salire fino ai 90.000 inizialmente stabiliti, i due amici hanno messo assieme una cordata di giovani imprenditori che ha tutte le più serie intenzioni di presentare la sua offerta. Il bando scade mercoledì 26 giugno, il giorno dopo si saprà chi avrà presentato l’offerta migliore e così potrà prendere le chiavi del compendio, metterci gli arredi e partire. Arredi per i quali, ha detto Lucca Zini, ci vorranno almeno centomila euro se va bene, se si vuole fare anche ristorazione, altrimenti si mette un bar e per ciò che rimane della stagione si andrà avanti così. Poi si potrà pianificare meglio quella del 2020. “È necessario tornare a dare ai rivani, agli ospiti, ai turisti e ai locali del nostro territorio un po’ di “leggerezza” ha detto Franco Chemolli, colui che dopo cinquant’anni di onorato servizio ha visto “precipitare nel baratro più profondo le gestioni passate. Burocrazia, norme, restrizioni legate anche alla musica che, oltre una certa ora “dà fastidio” hanno portato al deperimento del compendio maroniano che ha rallegrato mezzo secolo di serate a chiunque. “Torniamo a dare un po’ di brio – dice sorridendo Chemolli – a questo mortuorio in cui siamo caduti.”