SI PENSA AL RECUPERO DELL’ANFIBIO AMERICANO AFFONDATO NEL GARDA A TORBOLE

Claudio Chiarani06/10/20182min
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Alle cinque di pomeriggio di giovedì 4 ottobre in piazza Lietzmann, dove si è svolta una breve cerimonia di commemorazione al termine delle immersioni sul relitto del DUKW, l’anfibio americano che nella primavera del 1945 affondò durante le operazioni di sbarco con 25 soldati della X Divisione di Montagna a bordo, il primo cittadino di Nago Torbole Gianni Morandi ha detto “lo tireremo su”. A quota 276 metri sotto il livello del lago l’anfibio riposa da 73 anni, i corpi o quello che rimane dei 25 soldati americani chissà dove si trovano, ma quel che è certo è che in base alle nuove immersioni sul relitto l’operazione di riportarlo in superficie è un forte desiderio di tutti. Tutti, dall’associazione Benàch alla Pro Mare, dai Volontari del Garda agli esperti che su quel relitto hanno investigato, scoperto, diffuso immagini e notizie fino a Carlo Bombardelli, l’allora ragazzino che contribuì a salvare uno di quei soldati, unico superstite della tragedia nella tragedia della guerra che ormai era quasi finita. Poi la squadra nautica della Polizia di Stato, la fondazione statunitense Pro Mare che ha finanziato le ricerche col sottomarino speciale in quattro giorni d’immersioni sul relitto, l’amministrazione comunale e, per giusta citazione Giovanni Sulla, esperto della X Divisione di Montagna, lo studioso americano Jeff Patton, Luca Turrini, Mauro Fusaro questi ultimi due facenti parte dei Volontari del Garda e “scopritori” del relitto e, ultimi ma non ultimi i Vigili del Fuoco sommozzatori di Trento. Due bandiere, quella italiana e americana sono state posate sul DUKW che, forse, presto rivedrà la luce.