Si celebra Giacomo Floriani, il poeta dialettale rivano
La Casa degli Artisti «Giacomo Vittone» di Canale di Tenno dedica una mostra, un cartellone di eventi e un progetto didattico sul dialetto nelle scuole elementari al celebre poeta Giacomo Floriani (Riva del Garda, 20 gennaio 1889 – 28 aprile 1968), per l’occasione del cinquantesimo anniversario della scomparsa.
La mostra, «Giacomo Floriani. Il poeta vernacolo rivano», propone da sabato 17 marzo (inaugurazione alle ore 18) al 6 maggio 35 pannelli di foto, oltre a oggetti, quadri di artisti locali, cartoline e lettere.
Il 14 aprile a Casa degli Artisti si presenta l’inedita pubblicazione di Alessandro Parisi «Filò arént al fogolar. Raccontando di Giacomo Floriani» (ore 17), esito di una ricerca storica che ha dato risultati di grande interesse; il 28 aprile al rifugio San Pietro si tiene un evento musicale, «Ricordo di Giacomo Floriani nel cinquantesimo della scomparsa», con i cori Lago di Tenno, Castel della Sezione Sat di Arco e Sat di Riva del Garda; il 6 maggio a Casa degli Artisti la chiusura della mostra avviene con la presentazione (ore 17) del libro di poesia dialettale «Hic labor est» di Francesco Valese.
Inoltre sono già in corso lezioni di dialetto nelle scuole elementari di Varone e di Tenno, che coinvolgono 184 bambini e 11 insegnanti di otto classi, dalla seconda alla quinta. L’iniziativa è realizzata dalla Casa degli Artisti «Giacomo Vittone» (gestita dai Comuni di Arco, Riva del Garda e Tenno, quest’ultimo ente capofila) in collaborazione con le associazioni culturali «Giacomo Floriani» e «Riccardo Pinter».
Ancor prima di aver ultimato la scuola, Giacomo Floriani si impiega come apprendista alla tipografia Benatti e poi come operaio nello stabilimento grafico Benacense di Francesco Miori, dove si pubblica il giornale “L’Eco del Baldo». Presto si cimenta con qualche apprezzato articolo e diventa corrispondente de “II Popolo», il quotidiano di Cesare Battisti. Allo scoppio della prima guerra mondiale varca clandestinamente il confine con numerosi amici rivani e si arruola volontario nell’esercito italiano. Giacomo Floriani scrive articoli e poesie dialettali e nei primi anni Venti alcune sue composizioni appaiono nei giornali dell’alta Italia e in alcune raccolte curate dall’amico Riccardo Maroni. La sua poesia riprende temi legati al paesaggio della zona: il lago, le cime, i boschi, i fiori, le albe e i tramonti. L’umile montanaro valorizza la parlata e la cultura del posto, attraverso una lirica semplice ma espressiva, vicina alla gente comune. La baita che dà il titolo al quarto canzoniere è la tanto desiderata capanna costruita nel 1949 nei pressi della chiesetta di San Pietro, sulla montagna che domina il Garda ed il Basso Sarca; una baita che gli viene donata grazie alla generosità di Riccardo Maroni e di tanti amici che lo stimano. Lì trascorre gli ultimi anni della vita con la moglie Lucia Pizzini (sposata nel 1912) ad ammirare le cose semplici.
La conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa si è svolta nella mattina di mercoledì 14 marzo in municipio a Riva del Garda, presenti gli assessori alla cultura di Riva del Garda Renza Bollettin, di Arco Stefano Miori e di Tenno Giancarla Tognoni, per la Casa degli Artisti la curatrice Roberta Bonazza, per l’associazione «Giacomo Floriani» il vicepresidente Alessandro Parisi con Fabio Galas e Rita Pellegrini, inoltre Tullio Rigotti, ideatore della mostra (nel direttivo di entrambe le associazioni); ancora, la dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo «Riva 2» Paola Bortolotti e l’insegnante della scuola di Varone Lucia Dongilli.
«La mostra è solo l’inizio di un percorso più ampio che ha coinvolto attivamente il territorio – ha detto Roberta Bonazza – e che sta facendo emergere cose molto belle e in parte inedite. La Casa degli Artisti è un luogo del territorio, aperto e collettivo, che ama sperimentare, ed è particolarmente felice di accogliere questa iniziativa».
Tullio Rigotti, appassionato studioso di storia locale che ha conosciuto personalmente sia Giacomo Floriani sia Riccardo Maroni, ha raccontato che l’idea della mostra gli è venuta quando Alessandro Parisi e Fabio Galas gli hanno rivelato l’intenzione di creare un’associazione dedicata a Floriani, chiedendogli di farne parte: «La mostra inizialmente doveva essere solo fotografica – ha detto Rigotti – ma cammin facendo c’è stata un’ampia evoluzione. D’altronde di materiale ne ho trovato parecchio, non solo fotografico, anche se alcune fasi della vita di Floriani sono più documentate, altre meno. Le novità assolute sono due: le cartoline, scritte in età giovanile, e le lettere scritte alla “morosa”, rinvenute grazie ai pronipoti. Credo che la mostra sarà un tributo irrinunciabile e che Riva del Garda e tutta la Busa debbano molto a Giacomo Floriani».