Sciopero dei cartai, dopo la mobilitazione la voce dei sindacati

Impianti fermi, macchinari spenti e un’adesione che ha superato il 90 per cento in molti stabilimenti: lo sciopero dei lavoratori del settore cartario ha segnato una giornata di mobilitazione senza precedenti degli ultimi decenni anche nelle cartiere di Arco e Riva del Garda. Una protesta forte, compatta, nata per chiedere il rinnovo di un contratto scaduto da oltre un anno e giudicato, nella proposta avanzata dalla controparte, “irricevibile” dagli stessi lavoratori.
Alla mobilitazione nazionale indetta da UGL, CGIL e UIL hanno aderito quasi tutti gli addetti di un comparto che, nell’Alto Garda, dà lavoro a circa mille persone. Un segnale chiaro, definito dagli stessi sindacati come una vera e propria “sveglia” per il settore.
A poche ore dallo sciopero, la Segreteria provinciale UGL del Trentino è intervenuta con un documento netto nei toni e nel messaggio.
«Questa protesta è giusta e chi ci ha creduto ha fatto bene», si legge nella nota, che esprime un plauso alle organizzazioni sindacali e soprattutto alle lavoratrici e ai lavoratori che hanno aderito allo sciopero «con un segnale forte, maturo e consapevole».
Nel mirino anche la scelta della CISL, che non ha aderito alla mobilitazione rivendicando la coerenza con il confronto al tavolo nazionale. Una posizione che, secondo UGL, mostra una contraddizione evidente: dopo oltre un anno di trattative, la proposta presentata non risponde alle difficoltà reali vissute quotidianamente nelle fabbriche. «Il tempo è finito – sottolinea il sindacato – perché ogni rinvio pesa direttamente sulle buste paga e sulla vita delle famiglie, che di fatto hanno già perso tutto il 2025».
Il documento entra nel merito delle condizioni di lavoro nel settore cartario: turni notturni, reperibilità, lavoro nei giorni festivi e durante le principali ricorrenze familiari. Sacrifici che, secondo UGL, non possono essere banalizzati né svuotati di significato. Un riconoscimento particolare viene rivolto anche ai reparti manutentivi – elettricisti, meccanici e tecnici – che garantiscono ogni giorno sicurezza e continuità produttiva, spesso attraverso interventi notturni e urgenti, e che hanno sostenuto la protesta con responsabilità.
Lo sciopero viene rivendicato come un diritto fondamentale, soprattutto in una fase in cui sempre più lavoratori fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. Ma la mobilitazione, secondo il sindacato, va letta anche in prospettiva: il settore cartario deve tornare ad essere trainante e attrattivo, capace di offrire redditi adeguati, stabilità e prospettive concrete.
Un tema centrale riguarda il futuro e il rapporto con le nuove generazioni. «Non si può pensare che i giovani investano il proprio domani in aziende che non offrono certezze», afferma UGL, richiamando la necessità di stipendi coerenti con il costo della vita, attenzione al welfare, rispetto dei tempi di vita e una mentalità aziendale più moderna.
Dopo una mobilitazione così compatta, il messaggio che arriva dalle fabbriche è chiaro: i lavoratori hanno parlato. Ora, chiedono i sindacati, qualcuno deve finalmente iniziare ad ascoltare.
(n.f.)










