Sasso caduto sulla Gardesana, gli ambientalisti tornano alla carica

Redazione10/09/20243min
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Dal versante roccioso che sovrasta la Gardesana Occidentale a Riva del Garda, a ridosso della galleria dei Titani poco prima di Limone, nella serata di venerdì 6 settembre si è avuto il distacco di un masso di circa un metro cubo. Il blocco si è frantumato: una parte è stata contenuta dalla rete paramassi, una è finita sulla strada e un’altra a terminato la sua corsa delle acque del Garda. La strada è rimasta chiusa qualche ora e, dopo il sopralluogo del geologo, e stata riaperta alla circolazione.
Un evento che, seppur contenuto, ha dato modo ai detrattori della Ciclovia del Garda a prendere nuovamente posizione.
“Le prime forti piogge della stagione – scrive il Coordinamento interregionale per la tutela del Garda – dopo un lungo periodo di caldo estremo e siccità ci hanno riportato alla triste realtà. Proprio dove dovrebbe sorgere la ciclovia (UF3.3) si è avuta un’ulteriore frana, che ha costretto la Provincia di Trento a chiudere per qualche ora la gardesana”.
Ad una lettera che il Coordinamento aveva spedito al commissario per la Ciclovia Misdaris, egli rispondeva con argomentazioni ampiamente a favore della ciclovia, quale opera di interesse nazionale.

 


 

“Nel documento – scrive ancora il gruppo di comitati e associazioni – esaminiamo a fondo gli aspetti del rischio geologico che incombe sull’intera opera situata in zona di massimo grado di pericolosità. Nulla dice inoltre il Commissario riguardo il dissesto geologico incorso nel maggio 2023 durante i lavori della Unità Funzionale 1.2, con la costruzione di nuove gallerie paramassi sul sedime della vecchia gardesana dismessa, che ha comportato una variante in corso d’opera per ridurre gli sbancamenti con un incremento di costi di 1 milione e 345 mila Euro. Evidenziamo, inoltre, che lo stato delle barriere paramassi soprastanti il tratto di Gardesana è assai preoccupante poiché si tratta in prevalenza di strutture vetuste degli anni ’70, contenenti vecchi detriti. Vengono poi analizzati gli effetti negativi sul traffico e sull’ambiente naturale con intasamento della Gardesana e distruzione della flora tipica delle falesie”.
Il Coordinamento sottolinea inoltre che anche le associazioni ambientaliste Nazionali WWF, Italia Nostra e Legambiente esprimono un giudizio radicalmente negativo su quest’opera, ritenuta insostenibile sotto tutti i punti di vista, proponendo la sostituzione delle passerelle a sbalzo con il trasporto su acqua.
Il Coordinamento interregionale per la tutela del Garda riunisce Associazioni, comitati, portatori di interessi diffusi e privati cittadini delle tre Regioni cui appartiene amministrativamente il lago di Garda.

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