Sarca, una piena eccezionale

Stagista08/10/20203min
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La piena della Sarca di sabato 3 ottobre è seconda, per portata d’acqua, solamente a quella del settembre del 1999, perlomeno da quando il livello viene misurato, anche se molti cittadini di una certa età ricordano quella degli anni ’60, quando addirittura il ponte di Arco vibrava per la grande massa d’acqua che ci sbatteva contro.
Quella di inizio ottobre 2020 è stata un evento eccezionale causato dalle precipitazioni abbondanti, nella zona dove sorge il fiume, che non si sono trasformate in neve. Il tutto è stato spiegato dai tecnici provinciali che lunedì hanno fatto visita ad Arco insieme al governatore Fugatti e all’assessora Zanotelli. A Malga Bissina la pioggia ha registrato 205,4 mm mentre la quota neve era sopra i 2800 m, quindi molto alta, ottenendo circa il 40% di precipitazioni in più di quelle attese.


L’idrometro di Ponte del Gobbo (esistente dal 1994), ha rilevato un’altezza dell’acqua pari a 3,10 metri, equiparabili a una portata di circa 550 mc/s (metri cubi al secondo), in confronto ai 3,5 metri  e 650 mc/s del 1999. Un evento simile è accaduto anche recentemente, il 29 e 30 agosto di quest’anno, e questo rende fondamentale valutare i possibili interventi in modo tale da prevenire una ulteriore esondazione, visto che l’autunno è solo all’inizio e le ingenti piogge stagionali non sarebbero una novità. Alla foce alcune ditte private si stanno occupando di ripulire il Garda dalle 800 tonnellate di legname trattenuto dalle reti dei Vigili del Fuoco. Nella zona di Dro, dove il fiume ha procurato molti guai agli imprenditori agricoli, è impossibile fare una conta precisa dei danni, ha spiegato Alessandro Toccoli presidente della cooperativa ortofrutticola Valli del Sarca, visto che interi appezzamenti si sono danneggiati o addirittura sradicati dalla forza dell’acqua e detriti.

Comunque il raccolto non sembrerebbe aver subito gravi danni visto che la vendemmia e raccolta delle mele erano già concluse, ma il rischio è che le zone rimangano incolte. A raccontare dei danni sono anche il consigliere comunale Mauro Lutterotti e il fratello Bruno (presidente della Cantina Toblino), produttori viticoli con oltre 4-5 ettari di frutteto e vigneto pregiati che sono stati rovinati. O ancora Lino Brighenti che ha pubblicato un video sulla pagina social della sua azienda mostrando i danni alle sue produzioni biologiche di kiwi. Anche il neo sindaco Claudio Mimiola si è espresso dicendo che invierà alla Giunta Provinciale ed ai Servizi preposti una nota su danni subiti e gli eventuali rischi, chiedendo precisazioni sulle cause di quanto accaduto.
(Stage Liceo Maffei – Sofia Tavernini)

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