Ristrutturazione Hotel Arco e perequazione, opposizioni contrarie
Venticinque anni. Tanto è passato, infatti, da quando nel 1998 l’edificio noto come Hotel Arco venne chiuso per rimanere in completo abbandono e degrado. L’Amministrazione comunale arcense, ha concordato con i proprietari di ottenere un grande parco pubblico in zona Mogno a diretto contatto con il fiume Sarca. Tutto approvato in Consiglio Comunale con la Variante 17 al Piano Regolatore Generale, unici voti contrari quelli di Arianna Fiorio e Chiara Parisi, astenuti Oscar Pallaoro e Ferruccio Morandi. Favorevoli i rimanenti membri del civico consesso tra cui anche Stefano Bresciani e Nicola Tamburini, esponenti della minoranza.
“Una rigenerazione che prevede un’armonica combinazione di destinazioni, rivolte sia ai residenti sia ai turisti” scriveva la stampa locale nel 2019, quando l’allora e attuale primo cittadino Alessandro Betta aveva incontrato i proprietari Hager e Signoretti. Col via libera alla variante urbanistica, dunque, si avvicina il momento in cui l’ex albergo potrà essere riqualificato. Con l’importante creazione a spese del privato di un parco pubblico di oltre 4 mila metri quadrati di superficie. Un costo che contempla anche la manutenzione dello stesso per un quarto di secolo dal momento dell’accordo. L’intera zona di piazza Italia sarà riqualificata partendo dal ponte sul Sarca fino alla piazzetta dell’ex Hotel, mentre sarà realizzato un nuovo percorso ciclopedonale destinato a collegare Mogno col centro di Arco. 2.400 metri quadri è la superficie che è stata concessa ai proprietari per edificare a scopo residenziale e altrettanto per un Bistrò-ristorante. Per la consigliera Fiorio si tratta di 59 nuovi appartamenti che non piaceranno ai residenti di Mogno, perché se una Giunta di centro sinistra concede questo, ossia l’edificazione di alloggi non popolari, per l’esponente ambientalista si tratta di puro consumo di suolo.