Ricordato alle palafitte di Fiavè l’archeologo Renato Perini a 100 anni dalla nascita
Un numeroso e attento pubblico ha preso parte nei giorni scorsi al Museo delle Palafitte di Fiavé all’incontro in ricordo dell’archeologo Renato Perini nel centenario della nascita. A dare il benvenuto il sindaco, a cui è seguito l’intervento di Franco Marzatico, dirigente dell’UMSt Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Provincia autonoma di Trento, che ha ricordato la sua partecipazione, da giovane archeologo, alle campagne di scavo a Fiavé sotto la guida di Perini, soffermandosi sull’alto valore scientifico delle ricerche. “Si deve proprio all’opera di Renato Perini – ha detto Marzatico – la risoluzione di un dibattito che dal 1854 aveva coinvolto le comunità scientifiche di tutta Europa, dimostrando l’esistenza a Fiavé di palafitte costruite nell’acqua, sulla sponda e all’asciutto”. “Perini – ha aggiunto – è stato un innovatore anche nel metodo, documentando con precisione e cura minuziosa i ritrovamenti messi in luce e un antesignano di quelle che oggi vengono definite archeologia globale e archeologia pubblica e partecipativa, secondo gli indirizzi della Convenzione di Faro che prevede che le comunità locali si facciano interpreti della propria eredità culturale, la proteggano e la trasmettano alle generazioni future”.
L’incontro è proseguito con un dialogo tra chi ha conosciuto e collaborato con Perini e vissuto così in prima persona quella straordinaria e pionieristica stagione archeologica. La mostra “Che tempi, quei tempi! Il patrimonio svelato: le palafitte di Fiavé dalla torbiera al parco archeologico” è allestita nel museo e visitabile fino al 12 maggio prossimo.
Renato Perini (Terragnolo, 12 aprile 1924 – Trento, 12 marzo 2007) è una figura fondamentale per le palafitte di Fiavé e il museo costituisce la testimonianza delle ricerche archeologiche da lui dirette tra il 1969 e il 1988. Maestro elementare, passato in seguito all’Ufficio beni archeologici di Trento, Perini fu archeologo sul campo. La laurea honoris causa gli venne attribuita dall’Università di Innsbruck nel 1989, vent’anni dopo l’inizio di uno dei più importanti scavi della protostoria italiana ed europea. Sono numerosissime le indagini archeologiche, sia in territorio provinciale, sia fuori regione, da lui condotte, vantando anche collaborazioni con enti nazionali ed esteri. Contemporaneamente alle ricerche sul campo, Perini studia materiali, cura diverse mostre relative a scavi e reperti, partecipa a convegni scientifici e pubblica i risultati dei suoi studi su riviste specialistiche, in Italia e all’estero. Dal 1969 al 1988 dirige una serie sistematica di campagne di scavo nell’abitato palafitticolo dell’età del Bronzo di Fiavé-Carera.