Recupero Villa Angerer: dai Comitati idee per ostello, musei, cultura e… tanto altro

Fabio Galas02/09/20236min
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Circa cento persone hanno partecipato all’assemblea pubblica dove “Comitato Salvaguardia Olivaia” e “Associazione Tutela Romarzollo”, con alcuni architetti, hanno presentato le loro proposte sul possibile recupero di Villa Hangerer a Chiarano di Arco. La struttura, composta dall’ex sanatorio (Sanaclero), Villa Angerer, la Casa delle Suore, la Chiesetta e il grande parco, di proprietà della Provincia, giace in stato di abbandono da decine di anni e per la quale è difficile trovare una soluzione di recupero, specie dopo la bocciatura ambientalista alla proposta di un gruppo di imprenditori di farne un hotel con centro della salute e dell’alimentazione, che ha messo in crisi la Giunta comunale.
“Villa Angerer, ereditiamo bellezza e manteniamo l’incanto” il titolo della serata alla quale hanno partecipato alcuni esperti moderati dal giornalista Walter Nicoletti.

Molta l’attesa, quindi, per una possibile e reale riqualificazione della struttura, anche se a molti il progetto presentato è sembrato più un’utopia che qualcosa di concreto, specie sotto l’aspetto della sostenibilità economica, che punta tutto su finanziamenti pubblici in questo periodo di incertezza sociale.

In questo ultimo anno i comitati hanno avuto diversi incontri in Provincia per cercare una possibile soluzione che possa recuperare i vecchi edifici, ferma restando la tutela dell’intero parco con preziose piante secolari. L’idea di progetto è stata raccontata con un cartone animato dove lo scoiattolo “Scott Angerer” ha spiegato i punti salienti del progetto.
(vedi il video)
Volendo sintetizzare, la proposta è “Quella di coinvolgere, prima di tutto, la Provincia, in quanto proprietaria del bene. Poi le comunità di Arco e dell’Alto Garda, le scuole Alberghiera e Agraria, in un’ottica di formazione e sviluppo turistico, il Muse, il Mag e le produzioni culturali del Trentino. Poi anche Industriali e Artigiani, l’Apt Garda Trentino e le Associazioni del territorio”.
Due le ipotesi progettuali dei Comitati, definite “ricche, connesse e sostenibili. La prima ruota intorno al parco, dove la Provincia di Trento sta già predisponendo il progetto per il suo restauro (che sarà presentato mercoledì 6 settembre al Casinò di Arco). Si vorrebbero ricreare le antiche serre e le limonaie. Nei primi due piani della area sanatoriale potrebbe collocarsi l’archivio documentale Caproni che, raccoglie l’eccellenza della sua produzione Aeronautica e motoristica. La chiesetta potrebbe diventare zona di esposizione di alcune testimonianze del periodo sanatoriale, inclusi alcuni strumenti medici antichi che sono stati donati alla Mnemoteca. La Villa, invece, potrebbe ospitare un museo dedicato all’epoca del Kurort, periodo storico importante per la città di Arco, un bar ristorante e sale destinate alla formazione botanica professionale oppure specialistica. Nella Casa delle Suore si potrebbero collocare dei mini alloggi per i giovani e relatori che frequentano i programmi di formazione”.

 

La seconda ipotesi, invece, “punta sull’inclusione sull’incontro tra le persone, sulla cultura e sul turismo. Per l’ex sanatorio abbiamo ipotizzato la funzione di ostello con circa 110 posti letto ed un grande bar che funge da elemento aggregativo. La gestione potrebbe essere affidata ad un’impresa privata o alla Scuola alberghiera che potrebbe attivare l’Alta Formazione con la gestione del bar ristorante oltre quella dell’ostello. All’ultimo piano appartamenti per giovani coppie o single sulla via dell’indipendenza.
La villa potrebbe diventare luogo di corsi, seminari e convegni nei più svariati ambiti ed ospitare corsi di formazione aziendale in spazi suggestivi e tranquilli. I professionisti potrebbero affittare le splendide sale per usi temporali e, oltre alla formazione aziendale, potrebbero esse spazi per musica, danza, meditazione, yoga o sede per l’università della terza età e attività rivolte l’invecchiamento attivo. Nella Casa delle Suore troverebbero spazio laboratori artigianali”.
Per quello che riguarda l’aspetto economico, i Comitati indicano la Provincia Autonoma di Trento come unico finanziatore, attraverso gli strumenti di cui dispone come “L’Unità di Missione Strategica”, prendendo come esempio il polo della Manifattura Tabacchi di Rovereto.

Nel corso della serata Romano Turrini ha fatto una cronistoria dell’edificio e del suo parco, dal kurort al sanatorio.
Wofgang Von Klebelsberg, presidente regionale della associazione “Dimore storiche italiane”, ha portato alcuni esempi di recupero di ville storiche in Italia, con la loro valorizzazione a scopo culturale per proseguirne la loro memoria storica, come Palazzo Feltrinelli di Gargnano.
Roberta Giovanna Arcaini, della Soprintendenza di Trento, ha parlato dell’importanza del recupero degli archivi storici.
Nicola Chiavarelli, consigliere dell’Ordine architetti Trento, ha auspicato un riuso adeguato della struttura con l’importanza di condividere gli intenti del progetto per una visione del risparmio del territorio e riuso dei beni.
Pochi gli interventi dal pubblico: tra di loro, una persona ha richiesto una struttura per anziani, ed un’altra ha sollevato qualche dubbio sulla sostenibilità economica e sul mantenimento nel tempo del progetto presentato.

 

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