Realtà virtuale per il campo di concentramento e sterminio Auschwitz-Birkenau
È stato presentato un progetto che unisce il Museo statale di Auschwitz-Birkenau, la Fondazione Museo storico e l’Associazione Terra del Fuoco Trentino. L’obiettivo è creare uno strumento virtuale, multimediale, per accompagnare gli spettatori ad immergersi nella terrificante realtà del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau e mostrarlo come non è mai stato visto prima, grazie a grafica 3D e realtà aumentata.
L’assessore Bisesti, collegato alla conferenza che si è tenuta a Cracovia, ha apprezzato il percorso innovativo che, proprio per queste sue caratteristiche, è in grado di rivolgersi ad un pubblico giovane, in particolare agli studenti, e potrebbe rappresentare una proposta didattica interessante e sperimentale. Bisesti in particolare ha messo in luce la necessità di far conoscere alle giovani generazioni la tragedia dell’Olocausto e di coinvolgerle attraverso la narrazione di testimoni diretti.
A Cracovia vi erano Wojciech Soczewica direttore generale della Fondazione Auschwitz-Birkenau e Andrzej Kacorzyk direttore dell’International Educational Center di Auschwitz e Holocaust (IECAH), con Anna Stanczyk e Katarzyna Odrzywołek, nonché Sara Zanatta della Fondazione Museo storico, Denise Rocca e Luca Vigliocco, rispettivamente presidente e tesoriere dell’Associazione Terra del Fuoco Trentino.
Il progetto multimediale prevede la possibilità non soltanto di vedere ricostruiti alcuni dettagli dei campi ma, attraverso la narrazione dei testimoni e le ricostruzioni storiche, sarà possibile assistere a determinati episodi, vedere, ascoltare e percepire come era organizzata la vita all’interno del campo in una modalità complementare sia alla lettura e allo studio sui libri che alla visita diretta dei luoghi di memoria.
Fra le proposte anche quella di avviare un processo di raccolta delle memorie dei sopravvissuti in video; i documenti orali saranno poi inseriti in un prodotto digitale e virtuale più ampio che grazie alla realtà aumentata e alla grafica tridimensionale non faccia solo vivere allo spettatore l’ascolto di preziose testimonianze orali, che altrimenti andrebbero perdute o semplicemente ridotte ad un resoconto cartaceo, ma offra un’esperienza immersiva nei luoghi e negli avvenimenti narrati, con possibilità didattiche e di utilizzo ampie ed interattive.
Accanto alle testimonianze dei sopravvissuti, anche gli oggetti e i reperti (fotografie, disegni, oggetti personali dei prigionieri), ritrovati dai ricercatori del Museo di Auschwitz-Birkenau hanno dimostrato di saper “parlare” con grande efficacia ai visitatori: l’idea in questo caso è di ricostruirli virtualmente e raccontare con essi le storie minute e particolari dei prigionieri.