Quale torre scenica per il nuovo teatro di Riva? Parola all’esperto della Scala di Milano

Claudio Chiarani22/05/20213min
PALACONGRESSI NUOVO


Quella di Paolo Domenico Malvinni, scrittore, giornalista ma soprattutto attivo difensore dell’assoluta necessità di dotare di una adeguata torre scenica il costruendo teatro di Riva del Garda, è una battaglia nota. Sua e, ovviamente della sezione locale del Partito Democratico. Dopo aver intervistato Marco Bernardi, regista e direttore di teatro, Andrea Castelli, attore, autore e doppiatore trentino, Nicola Ulivieri, cantante lirico basso-baritono arcense, e lo scenografo Daniel Abbado, Malvinni ha sentito l’ingegner Franco Malgrande, direttore degli allestimenti scenici della prestigiosa Scala di Milano.
Secca la prima domanda di Malvinni: “Ritiene che le innovazioni tecnologiche, allestimenti con sistemi digitali rendano inutile l’utilizzo della torre scenica? In soldoni, a Riva del Garda si sta costruendo qualcosa che non serve più a nulla?”.
Altrettanto secca la risposta di Malgrande: “La torre scenica in un teatro è la “sala operatoria”, quindi ha una funzione vitale. Tutte le innovazioni tecnologiche e i sistemi digitali sono sicuramente innovativi ma comunque complementari, convivono in palcoscenico con le scenografie che sono l’elemento fondamentale dello spettacolo”.
L’intervista completa (qui il link alla pagina Facebook del Partito Democratico: https://www.facebook.com/watch/?v=2854740094748663) dura poco più di dodici minuti, è molto articolata e spiega il perché la torre scenica sia il fulcro attorno al quale si deve costruire un nuovo teatro.
Un teatro come quello di Riva, afferma Malgrande proseguendo nella sua intervista, può anche produrre spettacoli con sistemi digitali, ma sicuramente ne ospiterà anche altri che richiederanno una torre scenica adeguata. Malgrande affronta anche l’aspetto del posizionamento delle attrezzature che devono essere messe in opera per il ricambio dell’aria, ma anche le nuove normative degli spazi scenici e via dicendo. Insomma, non costruirla o ridurla in altezza sarebbe una follia. L’ingegnere della Scala di Milano Malgrande ha visto il progetto del nuovo teatro che sarà inserito nel costruendo Palazzo dei Congressi, conosce i teatri del Trentino e per lui quello rivano non sarebbe alcun “doppione” di altri presenti sul territorio. Anzi, potrebbe essere uno spazio ancora più importante, collaterale, da avvicinarsi agli altri in un’ottica di “Comprensorio” che va oltre ogni interesse campanilistico. Anche perché il bacino di Riva del Garda ha una sua centralità e necessita, dunque, di una struttura che possa ospitare ogni tipo di spettacolo.
“Non è che ogni anno si possono costruire teatri – afferma ad un certo punto Malgrande – dunque i soldi vanno spesi bene e in un’ottica futura”.

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