Processo Perraro: per la difesa è stato il cane Achille a uccidere Eleonora
Secondo la difesa di Marco Manfrini, l’uomo in carcere accusato di aver ucciso la moglie Eleonora Perraro nel giardino di un chiosco a Nago nel settembre del 2019, il “killer” sarebbe il cane della coppia, un labrador nero di nome Achille. Una tesi difensiva che sarà presentata martedì 27 aprile in aula di Corte d’Assise a Rovereto per il processo che vede la tesi difensiva dell’avvocato Elena Cainelli supportata dalle perizie di parte. Perizie sostenute dall’anatomopatologo Carlo Moreschi, il medico che si è occupato dei casi di Eluana Englaro, la ragazza che dopo aver vissuto 17 anni in stato vegetativo che per volontà del padre è stata privata dell’alimentazione artificiale fino alla sopraggiunta morte, e quella e di Davide Astori, il giocatore della Fiorentina, e da un Docente universitario di Udine che si occupa dei rapporti con i Corpi dello Stato. Insomma, i segni sul corpo e il viso della povera Eleonora sarebbero, secondo i periti, riconducibili all’aggressione violenta del cane della coppia. Una tesi che fino ad oggi non era stata nemmeno pensata. Per chi ha analizzato la scena del crimine l’unica ipotesi possibile era riconducibile al marito il quale, forse in preda ad una crisi aggressiva, l’avrebbe uccisa senza ricordare nulla. Le ferite riportate sulle fotografie scattate dai Ris sarebbero riconducibili, invece, ad un momento violento del labrador, togliendo i dubbi anche sulla presenza di un “terzo uomo” che potrebbe aver commesso il delitto e poi allontanatosi indisturbato. Unico dubbio lo strangolamento della donna che tuttavia, per la difesa, sarebbe compatibile con una zampata del cane, impronta vista sul collo della donna. Così come la protesi dentaria di Manfrini, trovata a terra ma priva di tracce di sangue che, come sostiene l’accusa, avrebbe morso la moglie.