Polo sanitario all’ex oratorio, duro attacco di Proposta Civica Popolare
A pochi mesi dalla prossima scadenza elettorale, sempre che le elezioni comunali non vengano rinviate all’autunno o all’anno prossimo, causa ricorsi, ad Arco si è animato il dibattito attorno al futuro dell’ex macello e dell’ex oratorio, che oggi mostrano il loro peggior aspetto alle migliaia di turisti che percorrono a piedi o in bicicletta la ciclabile “Garda – Sarche”. Negli ultimi vent’anni, negli uffici comunali sono arrivate varie proposte per una possibile riqualificazione dell’area che, lo ricordiamo, è già definita dall’attuale Prg come turistico/alberghiera. Oggi, l’area è data in gestione, con assegnazione gratuita, ad Amsa, la società “in house” del Comune di Arco, in attesa che pervengano delle proposte concrete. Di poche settimane fa, l’incontro fra l’amministrazione Betta e la famiglia Cariello, proprietaria della Casa di Cura Regina. Quest’ultima ha presentato una proposta progettuale di ampliamento della struttura sanitaria di via Pomerio comprendendo l’area dell’ex oratorio per realizzare un centro di ricerca per malattie degenerative, tecniche diagnostiche e di formazione sanitaria. Quest’ultima ipotesi, però, sta sollevando critiche in città, soprattutto alla luce della scadenza elettorale. Proposta Civica Popolare per Arco, una delle sei liste civiche che appoggia il progetto politico “Arco che vorrei”, rappresentato in consiglio comunale dalle consigliere Fiorio e Parisi, interviene con un lungo documento, chiedendo all’amministrazione Betta di non stipulare alcun accordo con i privati.
“Nulla da eccepire rispetto alle iniziative volte alla ricerca in campo sanitario – si legge -. Tuttavia crediamo che non spetti al privato stabilire le destinazioni degli edifici di proprietà del comune, ma questa debba essere pianificata dall’amministrazione comunale tramite uno studio progettuale a tutela dell’interesse pubblico collettivo e, se necessario, i privati saranno invitati a presentare le proprie proposte tramite una gara pubblica. E veniamo all’interesse pubblico di quei luoghi che potrebbero costituire un affaccio sulla Sarca per la fruibilità di tutti i cittadini, che rischia quindi di essere definitivamente pregiudicato, se i due compendi dovessero essere effettivamente venduti al privato”.
“Stupisce il cambio repentino di opinione del sindaco Betta, che aveva sempre palesato la ferrea volontà di non alienare quegli immobili ai privati – afferma ancora Proposta Civica Popolare – A cosa è dovuta questa inversione? Quali motivazioni l’hanno indotto a sostenere, stando a quanto abbiamo potuto leggere, l’interesse di Villa Regina all’acquisto dei due immobili? Vorremmo delle chiare risposte dal Sindaco, così come le vorrebbero tutti i cittadini arcensi”.
“Di certo il Sindaco non potrà dire che non vi siano state altre proposte alternative in questi ultimi anni – si legge nel documento – Siamo a conoscenza dell’iniziativa promossa da una cordata di imprenditori per la realizzazione di un bike hotel che avrebbe previsto una riqualificazione urbana di quel contesto, con ampi spazi di fruizione pubblica in riva alla Sarca e che avrebbero potuto portare ad un cambio d’immagine di un luogo significativo per Arco. Ci risulta che di quel progetto non se ne sia fatto più nulla per il principio del “decidere di non decidere” di pilatesca memoria”.
“Per la lista “Proposta Civica Popolare” questo modo di amministrare una città come Arco è inaccettabile – conclude -. Hanno dimostrato di non avere una visione nel lungo periodo, impegnati più a fare e disfare, a correre dietro alle problematiche senza mai prevenirle, né prevederle. Riguardo il futuro dell’ex Oratorio siamo fermamente contrari ad ogni iniziativa portata avanti da questa Amministrazione da qui in avanti. Se in tutti questi anni non sono state trovate le risorse economiche e non si è fatto nessun passo avanti, chiediamo che non venga stipulato nessun tipo di accordo con privati ora, a soli quattro mesi dalle elezioni. Spetterà alla prossima amministrazione decidere su quell’area senza vincoli imposti da un’amministrazione uscente che ha dimostrato, in tutti questi anni, di non saper decidere e non avere una visione strategica per Arco.