“Pane fresco” è ora un marchio di certificazione in Trentino
“Pane fresco, come un fiore appena colto”. È questo il pay-off del nuovo marchio di certificazione del “pane fresco” che la Giunta provinciale ha approvato su iniziativa dell’assessore provinciale all’artigianato e turismo, Roberto Failoni. “La certificazione – spiega l’assessore – persegue due obiettivi, ovvero la valorizzazione del prodotto artigianale e la corretta informazione nei confronti del consumatore”. Il nuovo marchio a tutela della qualità dal pane artigianale è rappresentato da un fiore stilizzato con varie gradazioni di marrone, il colore del pane. La Provincia autonoma di Trento intende incentivare presso negozi e, soprattutto, grande distribuzione l’adozione del marchio che potrà essere apposto sugli scaffali, sacchetti ed etichette.
L’adozione del marchio “Pane fresco” ha la propria genesi nella legge provinciale della scorsa legislatura che promuove la distinzione tra pane industriale (congelato) e il pane fresco. Spesso, il consumatore non è messo nelle condizioni di riconoscere a colpo d’occhio il pane fresco, “abbagliato” dalle varietà e dalle tipologie esposte nelle corsie dei supermercati o sugli scaffali dei negozi.
In collaborazione con l’associazione panificatori del Trentino, l’assessorato provinciale all’artigianato ha promosso un concorso di idee tra gli studenti dell’Istituto Artigianelli di Arti Grafiche di Trento per la realizzazione del logo.
La Giunta provinciale ha anche approvato il regolamento che contiene requisiti per ottenere il marchio di certificazione. Per “pane fresco” si intende quello prodotto secondo “un processo di produzione continuo, privo di interruzioni finalizzate al congelamento, alla surgelazione o alla conservazione prolungata delle materie prime, dei prodotti intermedi della panificazione e degli impasti, fatto salvo l’impiego di tecniche di lavorazione finalizzate al solo rallentamento del processo di lievitazione”. Il pane dovrà essere venduto “entro e non oltre la giornata in cui è stato completato il processo produttivo, indipendentemente dalle modalità di conservazione adottate”.
Il regolamento individua anche i soggetti che possono utilizzare il marchio, le modalità di vendita, la procedura per la concessione d’uso del marchio ed i possibili utilizzi.