PANE E CAFFÈ “SOSPESI” A RIVA SONO REALTÀ
Su proposta, accettata in via sperimentale per un anno, della consigliera Isabella Iandarino il consiglio comunale rivano ha impegnato sindaco e assessora a testare per dodici mesi “pane e caffè sospesi”, ossia la possibilità di lasciare pane o un caffè pagati per chi non ha denaro al negozio o al bar dopo aver consumato. La proposta della consigliera dell’Upt, dunque, prevede che i negozi o i pubblici esercizi che aderiscono e permettono questo tipo di “offerta” siano dotati di apposita vetrofania esposta in modo che chi desidera lasciare un’offerta per il prossimo in questo senso sia ben evidenziato. La proposta ha raccolto l’unanimità in Consiglio comunale, proposta che vede “coinvolte” anche le varie associazioni di volontariato sociale del territorio in una raccolta di denaro, convertibile poi in buoni spesa alimentare per le persone bisognose anche negli Istituti scolastici. Unico dissenso quello dei due rappresentanti della Lega, usciti dall’Aula prima del voto. Dissenso che Zambotti ha così espresso: “Nonostante la consigliera Iandarino ci sia simpatica non crediamo sia questo il modo giusto per aiutare chi ha bisogno. Questo del disagio sociale alimentare è un problema molto serio, da affrontare con altre proposte. Tanti rivani per vergogna non vanno nemmeno a ritirare il pacco alimentare, figuriamoci se vanno al bar o in panetteria a bere un caffè pagato o ritirare del pane offerto.” La questione, molto seria in effetti, ha innescato una discussione in merito che ha portato alla decisione di aprire un tavolo di concertazione con le associazioni di volontariato al fine di definire le possibilità operative.