Panace gigante, la pianta “aliena” che ustiona: allarme in Trentino

Redazione16/07/20253min
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A prima vista potrebbe sembrare una pianta innocua, simile a un sambuco dai fiori bianchi. Ma la Panace di Mantegazza, o Panace gigante (Heracleum mantegazzianum), è tutt’altro che innocente. Questa specie esotica, già ampiamente diffusa sulle Alpi e Prealpi, è stata avvistata anche in Trentino e rappresenta un rischio concreto per la salute umana.
Originaria del Caucaso, la Panace gigante è arrivata in Europa nel XIX secolo, introdotta inizialmente nei giardini botanici per via del suo aspetto imponente. Alta fino a tre metri, presenta un fusto cavo ricoperto da peluria e macchie violacee, foglie lunghe fino a due metri e grandi infiorescenze ad ombrello che, a maturità, possono superare gli 80 centimetri di diametro. Una pianta che impressiona per dimensioni, ma che nasconde insidie pericolose.

 


 

Il vero problema è rappresentato dalla linfa: altamente fototossica, se entra in contatto con la pelle può causare gravi reazioni cutanee. Le ustioni non si manifestano subito, ma solo dopo l’esposizione al sole, con sintomi che possono includere arrossamenti, vesciche dolorose e, nei casi peggiori, lesioni permanenti. Il rischio maggiore riguarda il contatto con occhi e mucose, che può portare persino alla cecità.
Come spiega Costantino Bonomi, botanico del MUSE, ogni estate arrivano nuove segnalazioni: «La Panace gigante è inserita nell’elenco europeo delle specie aliene invasive ed è vietato coltivarla. Se individuata, va rimossa da personale specializzato, con protezioni adeguate. È pericolosa per tutti, ma in particolare per bambini e anziani».
In Trentino questa pianta cresce prevalentemente lungo i bordi delle strade, vicino ai corsi d’acqua o in aree di terreno smosso, dove trova le condizioni ideali per svilupparsi rapidamente. Il problema è già emerso in modo critico nel Bresciano e in Svizzera, mentre in Veneto si è attivata una massiccia campagna di eradicazione che ha visto la rimozione di decine di migliaia di esemplari.
Il messaggio degli esperti è chiaro: attenzione massima alle specie aliene invasive. La Panace gigante non è l’unico esempio. «Anche l’ailanto si sta diffondendo ovunque – conclude Bonomi – e circa metà delle piante alpine sono tossiche. È importante riconoscere ciò che può essere dannoso, anche se all’apparenza sembra innocuo».