Nuove case in via Passirone a San Giorgio, Parisi e Fiorio: “Densificazione dell’abitato”

Nicola Filippi05/02/20256min
via passirone arco 01 san giorgio



 

Chiara Parisi e Arianna Fiorio, rappresentanti di “Arco che vorrei” in consiglio comunale ad Arco, si dicono preoccupate per la “densificazione dell’abitato” di via Passirone nella frazione di San Giorgio ad Arco. E lo fanno a ragion veduta, soprattutto dopo aver partecipato all’assemblea del comitato di partecipazione, convocata per discutere il Piano di riqualificazione urbana di via Passirone, e che ha fatto emergere numerose future criticità per la frazione arcense.
“Sempre più residenti sono perplessi dinnanzi a interventi edilizi quali le nuove palazzine in via San Sisto e in via Cerere. Le preoccupazioni principali attengono agli effetti sulla viabilità e i parcheggi, ma anche sul sovraccarico dalla rete fognaria, sul problema dello smaltimento delle acque e sulla realizzazione di edifici e interrati sempre più grandi che modificano il paesaggio e ostacolano le vedute, sigillano il suolo e con esso cancellano la vegetazione. Verde urbano che non era solo un tratto caratteristico di Arco, ma che è anche elemento prezioso per mitigare gli effetti del cambiamento climatico – scrivono Parisi e Fiorio in una nota stampa – Dinnanzi al nuovo piano d’iniziativa privata a San Giorgio che vede quattro nuove palazzine di cui una alta ben 11 metri, il copione e le preoccupazioni per i residenti sono più o meno le stesse. Si tratta dell’ennesimo esempio di una pianificazione urbanistica errata alla quale la politica non ha voluto porre rimedio in questi decenni”.
“A San Giorgio c’è un’ampia zona (PL 9 ex area Azzolini), tecnicamente area bianca da pianificare, rispetto alla quale il potere della futura amministrazione sarà immenso, si potrà spaziare dal verde pubblico o privato al residenziale, se si optasse per quest’ultima soluzione la frazione di San Giorgio diverrebbe una sorta di frazione dormitorio dove il numero di nuovi residenti supererebbe gli attuali – spiegano ancora Parisi e Fiorio – Bisognerà stare molto attenti chiedendo sin d’ora alle forze politiche di esprimersi. In questo momento le preoccupazioni dei residenti, quindi, potrebbero essere in parte raccolte rimettendo l’approvazione del Piano di recupero urbano al Consiglio comunale, anziché alla Giunta comunale, considerato che invade il P.L. n. 9, i cui confini dovrebbero essere rivisti con una variante urbanistica. Passaggio questo che dovrà essere rinviato alla prossima amministrazione, la quale in sede di pianificazione del P.L. n. 9 potrebbe porre dei correttivi alla pianificazione di zona, limitando gli interventi a quanto d’interesse collettivo come ad esempio viabilità e ciclabili, lasciando la restante area ad agricolo locale”.
“In ogni caso – sollecitano le due consigliere comunali – va evitata sin d’ora la collocazione del bonus energetico in deroga all’altezza massima del fronte dei fabbricati prevista dalle norme di zona, andando viceversa a collocarla in larghezza per evitare un impattante fuori scala. Una corretta pianificazione urbanistica avrebbe dovuto da un lato evitare la fusione dei due centri e dall’altro tutelare questa campagna dall’alto valore agronomico, ecologico e paesaggistico”.
“Fino agli anni ‘70-‘80 via Passirone e via Cavallo erano strade interpoderali al servizio dei fondi agricoli tra gli abitati di Arco e Riva – illustrano – Al loro posto invece negli ultimi decenni è sorta una conurbazione disordinata e disomogenea lungo l’asse viario di collegamento delle due città e da qui verso il centro storico della frazione di S. Giorgio. Non sono state assicurate le infrastrutture e i servizi necessari a garantire una buona qualità del vivere. Le due vecchie interpoderali a doppio senso di marcia sono già inadeguate a reggere l’attuale traffico. Inoltre, non garantiscono condizioni di sicurezza non essendo dotate di marciapiede e tantomeno di pista ciclabile”.
“Purtroppo, questo intervento come i precedenti, è scritto nel Piano Regolatore e nessun amministratore in questi anni, pur avendone facoltà, si è mai attivato per una verifica della compatibilità delle previsioni risalenti al 2000 con la situazione che si è venuta a creare e dalla quale emergono numerosi problemi, tra cui l’incremento del traffico e il mancato potenziamento dei servizi che riducono la vivibilità della frazione – spiegano – Gli indici urbanistici della zona (0,60 mq/mq) sono più consoni ad aree in prossimità del centro storico piuttosto che in zone periferiche dove vediamo realizzati edifici uni o bifamiliari al massimo di due piani con ampie porzioni di verde privato”.
“È fondamentale intervenire per ridurre gli indici di edificabilità previsti dal Piano regolatore se vogliamo sperare in un inserimento più armonico dei nuovi edifici, in un maggior rispetto del verde urbano e dei suoi servizi ecosistemici e un minor carico sulla viabilità – dicono ancora – Se non si interverrà sarà, anche pro-futuro, impossibile contenere questo tipo di espansioni. La politica cambierà il suo agire solo a fronte di un’opinione pubblica che ponga giustamente e con forza i molti temi emersi nella serata organizzata dal Comitato di Partecipazione, temi che interessano l’intera Busa”.