NON C’È PACE PER LA SPIAGGIA DEGLI ULIVI
La Aspiol, la società che ha gestito il compendio Spiaggia degli Ulivi ha presentato ricorso contro la decisione del Tribunale che le ha imposto di restituire le chiavi dell’immobile. La decisione di Dario Levi, amministratore della Aspiol s.r.l. è arrivata sotto forma di un vero e proprio “attacco” contro il primo cittadino di Riva Adalberto Mosaner e l’ex presidente della Lido Andrea Dalponte, “reo” quest’ultimo di aver “costretto” alla firma la sua società (Aspiol) per poter sanare un accordo tra le parti, infine dimettersi e lasciare la “grana” nelle mani della Lido. Una situazione imbarazzante, uno scenario che si apre sulle rispettive ragioni di una vicenda controversa in cui lo sconfitto è sicuramente il compendio maroniano che, sin da quando è stato ristrutturato non ha mai avuto vita facile, neanche con le passate gestioni. La decisione del Tribunale e la risposta dell’imprenditore lasciano intuire come i rapporti non siano stati certo idilliaci, ma ora con il ricorso i “panni sporchi” Levi non ha certo intenzione di lavarli in casa, anzi. Una vicenda intricata su cui si esprimerà la giustizia, ma che getta ulteriori “ombre” sul gioiello rivano dell’architetto Giancarlo Maroni e che, certo, alla città bene non fa. Una vicenda in cui Levi chiama “in causa” anche la società rivana Riva Fierecongressi e una sorta di accordo che prevedeva di farsi da parte per cedere il compendio a RFC e ricevere il 50% di quanto investito. Pronta la replica dell’attuale presidente di Lido Immobiliare Giacomo Bernardi: “Accuse insensate – fa sapere Bernardi – che lasciano senza parole, offese fuorvianti e senza alcuna prova. Se Levi ritiene l’accordo fatto a suo tempo carta straccia doveva agire nei confronti del mio predecessore. Con le sue dichiarazioni Levi sta causando grave danno d’immagine in un comparto dove non ci si può improvvisare, ma nel quale per operare servono competenza e dedizione per una professione, non bastano certo i soldi a fare tutto ciò”. Insomma, una vicenda che porterà certamente ad ulteriori strascichi nelle sedi competenti, una vicenda tuttavia che lascia comunque vada molto amaro in bocca alla città. Decideranno i giudici dove sta la verità.