Nago-Torbole, “Rinascita e Sviluppo” dice no all’inceneritore e propone alternative

Redazione08/09/20255min
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Una mozione articolata, ricca di dati e di proposte, è stata presentata dal gruppo consiliare Rinascita e Sviluppo di Nago-Torbole. Tema centrale: la gestione del ciclo dei rifiuti e l’opposizione a qualsiasi ipotesi di incenerimento, gassificazione o termovalorizzazione in Trentino, con particolare attenzione alla possibile localizzazione degli impianti.

La cornice provinciale

La questione nasce dalla legge provinciale n. 2/2025, che ha affidato ad EGATO (l’ente di governo per la gestione integrata dei rifiuti) il compito di definire tipologia e localizzazione dell’impianto destinato a “chiudere il ciclo” dei rifiuti urbani indifferenziati. Una scelta che, nelle intenzioni della Giunta Fugatti, dovrebbe passare attraverso un termovalorizzatore da collocare a Trento Nord (Ischia Podetti o Spini di Gardolo).

I consiglieri di “Rinascita e Sviluppo per Nago Torbole”, Giovanni (Johnny) Perugini, Adriano Vivaldi, Giovanni (Beppe) Di Lucia e Donatella Mazzoldi, contestano però la logica stessa di questa impostazione: «Non c’è nessuna emergenza», si legge nel documento, che ricorda come già nel 2023 la Giunta parlasse di urgenza, salvo non aver ancora concretizzato nulla a distanza di due anni.

 

 

I numeri che cambiano lo scenario

Secondo la mozione, i dati più recenti smentirebbero le previsioni alla base dell’Addendum provinciale. Nel 2023 i rifiuti urbani residui hanno toccato il minimo storico (55 mila tonnellate, -15,8% rispetto al quadriennio 2019-2022), mentre la raccolta differenziata è salita ancora, superando l’89% in alcune aree. «Risulta incomprensibile – scrivono i consiglieri – progettare un impianto dimensionato per 80 mila tonnellate, che per sopravvivere rischierebbe di incentivare l’importazione di rifiuti da fuori provincia o un freno alla differenziata».

Altro punto critico riguarda i costi: i 330 euro/ton previsti dal documento provinciale non trovano riscontro nelle gare più recenti, ferme a circa 200 euro/ton, mentre le tariffe in Trentino restano tra le più basse d’Italia.

L’alternativa: impianti TMB e filiera locale del riciclo

Il gruppo propone una strada diversa: valorizzare il Trattamento Meccanico Biologico (TMB), già disponibile a Rovereto ma sottoutilizzato, e affiancarlo a una rete di impianti avanzati di selezione e recupero. Qui il rifiuto residuo verrebbe separato in frazione organica (da trasformare in biometano e compost) e frazione secca (da cui estrarre plastiche, metalli, carta e cartone).

«Nessuna combustione, meno inquinamento, più riciclo e nuove opportunità economiche», sintetizzano i promotori. L’impianto diventerebbe il fulcro di una filiera circolare “a chilometro zero”, capace di generare entrate dalla vendita di materie prime seconde, creare occupazione locale e attrarre imprese del riciclo.

Il ruolo del Comune e della Comunità di Valle

La mozione chiede al sindaco Morandi e alla giunta di Nago-Torbole di assumere una posizione netta: voto contrario all’interno di EGATO su ogni ipotesi di inceneritore, dichiarazione formale di contrarietà sul territorio comunale e sollecitazione alla Provincia affinché definisca nuovi ambiti locali per la raccolta.

Viene inoltre rilanciata l’idea di una rete di piccoli centri di raccolta e smistamento nelle valli: meno economie di scala rispetto a un grande impianto, ma più occupazione, riduzione del traffico pesante e maggiore presidio territoriale.

Una scelta di visione

Dietro il linguaggio tecnico e le cifre, la mozione di Rinascita e Sviluppo lancia un messaggio politico chiaro: trasformare il problema rifiuti in opportunità di sviluppo sostenibile, puntando su economia circolare e responsabilità condivisa.

«Il Trentino – concludono i consiglieri – non ha bisogno di un inceneritore, ma di una strategia che riduca i rifiuti alla fonte, rafforzi il riciclo e investa su modelli innovativi compatibili con l’ambiente e con le comunità locali». (n.f.)