Morto in Brasile il missionario di Massone don Dario Torboli

Redazione20/03/20234min
DON DARIO TORBOLI MESSA BRASILE (5)
DON DARIO TORBOLI MESSA BRASILE (4)
DON DARIO TORBOLI MESSA BRASILE (3)
20230320_4FG1718 don dario torboli
20230320_DSC7433 don dario torboli
20230320_4FG1765 don dario torboli

 

È morto a Portalegre, in Brasile, Don Dario Torboli, Missionario diocesano di Massone d’Arco. Aveva 92 anni e da ormai 53 si trovava in quella parrocchia che occupa ben 940 chilometri quadrati nella zona a nord est del Paese sudamericano.
Don Dario Torboli era nato il 10 settembre 1930 a Massone da una numerosa famiglia contadina, e nel 1942 entra in seminario diocesano di Trento. Ordinato a Trento nel 1955, fu viceparroco a Civezzano (1955-1958) e a Trento nella parrocchia di San Vigilio (1958-1964), quindi vicerettore del Collegio Arcivescovile (1964-1970). Nel 1970 prese la via della missione, destinazione Portalegre in Brasile, nella Diocesi di Mossorò, dove si è spento nella serata di domenica 19 marzo. Il funerale è stato celebrato nel pomeriggio di lunedì 20 marzo, presieduto dal vescovo trentino di Mossorò don Mariano Manzana. Don Dario riposerà nel “suo” Brasile: sarà infatti sepolto nel cimitero accanto alla “casa paroquial” dove aveva vissuto, sempre con il sorriso sulle labbra, per più di mezzo secolo.
Il 29 giugno 2015 ha festeggiato il sessantesimo di anniversario a Portalegre con una grande festa alla quale hanno partecipato migliaia di persone che hanno voluto ringraziare il loro amato parroco che da così tanti anni li ha accompagnati nella loro povera, ma ricca spiritualità. Alla cerimonia, concelebrata da molti sacerdoti, avevano preso parte anche tutti i fratelli di Don Dario giunti appositamente da Arco. Nello stesso anno era tornato a Massone per una grande festa dedicata proprio all’anniversario con la celebrazione di una Messa solenne (qui il video di Telegarda con intervista).
Nel suo ultradecennale sacerdozio in terra brasiliana ha vissuto la trasformazione della zona e si è reso attivo nello sviluppo, oltre che religioso, anche culturale ed economico. Portando con sé le esperienze del suo paese natìo, ha creato alcune cooperative che hanno dato benessere alla popolazione, specie a quella contadina. Su sua iniziativa, in quei tempi, vennero realizzati alcuni pozzi che si sono rivelati una vera manna per i villaggi sperduti dove operava.
Non mancava mai di tornare a Massone nel periodo della vendemmia, un modo per incontrare la sua numerosa famiglia e dedicarsi a quella attività agricola che portava nel cuore e faceva parte della sua storia. Nell’occasione del suo ritorno in Patria si prodigava a raccogliere materiale e donazioni per i poveri della sua Parrocchia.
È doveroso ricordare che il fratello Padre Saverio Torboli, anch’egli missionario, venne barbaramente trucidato in Mozambico da un gruppo di guerriglieri in una imboscata il 7 agosto 1983. Al Frate cappuccino è dedicata una piazza a Massone di Arco.
(nella foto di gruppo del 2015, scattata a Massone, è assieme – da sinistra – ai fratelli Pierino, Lucia, Giuseppina, Anna, Pia e Remo. Nelle altre foto la celebrazione dei funerali)

 


La Busa Vorremmo mostrarti le notifiche per restare aggiornato sulle ultime notizie.
Rifiuta
Consenti notifiche