Morìa di trote nella roggia di Calavino, la consigliera Calzà chiede chiarezza

Nicola Filippi30/06/20253min
forra calavino - 13 - lora


 

Un tratto di acqua limpida che scorre tra vigneti e boschi, da sempre patrimonio naturale e meta prediletta per escursionisti, sportivi e pescatori. Oggi, però, la Roggia di Calavino è al centro di una vicenda preoccupante: un nuovo episodio di inquinamento ambientale ha causato una moria di trote nei pressi della località “Larì”, spingendo l’Associazione pescatori dilettanti Basso Sarca a esporre un cartello di divieto di pesca a inizio giugno.

Un segnale d’allarme che non è passato inosservato. A sollevare pubblicamente la questione è stata Michela Calzà, consigliera provinciale del Partito Democratico del Trentino ed ex vicesindaca di Dro, che ha depositato un’interrogazione in Consiglio provinciale chiedendo interventi urgenti e trasparenza.

 

 

“Serve chiarezza sull’origine dell’inquinamento”
“Negli ultimi anni – spiega Calzà – la Roggia è stata purtroppo oggetto di ripetuti casi di inquinamento, che si manifestano sempre nello stesso periodo: il mese di giugno”. Una coincidenza che, secondo la consigliera, non può più essere ignorata.

Il timore è che all’origine ci siano fitofarmaci o sostanze chimiche utilizzate in agricoltura, dal momento che la zona circostante è coltivata prevalentemente a vigneti e piccoli frutti. A rendere più inquietante la situazione è il fatto che non si conoscono né il tipo di sostanze presenti né la loro provenienza, né tantomeno l’entità del danno ambientale.

Un rischio anche per sport e turismo
La Roggia non è soltanto un habitat naturale: è anche un luogo di svago e attività all’aria aperta, frequentato da associazioni sportive e turisti. Il tratto in questione è utilizzato, ad esempio, per attività di canyoning e percorsi legati all’Ecomuseo della Valle dei Laghi, che promuove forme di turismo sostenibile e “vacanze attive” nel Basso Sarca.

“La salute delle persone che vivono o frequentano quest’area va tutelata – aggiunge Calzà – così come va garantita la sicurezza per chi pratica attività in acqua o lavora in agricoltura”. Da qui la richiesta alla Giunta provinciale di intervenire con analisi dettagliate, mappature puntuali e un sistema di monitoraggio preventivo che consenta di comprendere le cause e impedire il ripetersi di simili episodi.

Il diritto all’acqua pulita
In un territorio che vive di natura, accoglienza e qualità ambientale, un corso d’acqua inquinato è molto più di un problema locale: è una ferita al cuore stesso del paesaggio. La mozione della consigliera Calzà richiama a una visione più ampia, che pone al centro la necessità di proteggere l’ecosistema fluviale come bene comune.

Il tempo delle ipotesi è finito: servono dati, responsabilità chiare e azioni concrete. Perché la Roggia di Calavino torni a essere un luogo sicuro, vitale e trasparente. Come l’acqua che la alimenta.