Milano-Svizzera: in treno con Segantini
Un viaggio da Milano alla Svizzera nei pensieri di Giovanni Segantini: la sua percezione del mondo, le sue idee sulla natura, la sua visione del simbolo come interpretazione del cosmo. «In treno con Segantini» è lo spettacolo di Ariateatro proposto dal Museo Alto Garda mercoledì 15 settembre alla galleria civica «G. Segantini» ad Arco: alle 20.30 nel cortile interno di Palazzo dei Panni si terrà un dialogo tra Alessandra Tiddia, curatrice del Mart, e Romano Turrini, storico, a seguire (circa alle 21) lo spettacolo teatrale. Concluso il quale, sarà possibile visitare gratuitamente la galleria civica (fino 23).
Ingresso contingentato, si consiglia la prenotazione (0464 573869 oppure [email protected]).
Per una volta la famosa riservatezza del pittore di Arco sarà aggirata e lo spettatore potrà sedersi in poltrona accanto a lui, sulla carrozza del treno che lo porterà alla cara casa di Savognin, nel cantone dei Grigioni in Svizzera. Il viaggio (im)possibile in una magnifica illusione.
Il progetto è un immaginario viaggio del maestro nei paesaggi interiori della sua anima e in quelli fisici della sua vita: dall’infanzia trascorsa ad Arco con la perdita della madre, alla scoperta di Milano con le sue avanguardie e i suoi primi studi in accademia, fino al trasferimento in Brianza prima e poi nella cara Svizzera poi. A queste geografie fisiche si accompagnano moti interiori, vivi e mai scontati, fatti di una ricerca artistica ininterrotta che durerà tutta la sua vita.
La messa in scena rispecchierà questo continuo movimento dell’anima e del corpo, sviluppando la narrazione attraverso più cifre stilistiche e canali tematici sempre vari e mai scontati, come linee di un binario che corrono ora in parallelo, ora incrociando le proprie strade, ora sviluppando salienti punti di contatto, per creare in ultimo un unicum sfaccettato e ricco di interesse , come fu del resto il percorso di questo straordinario artista. Quindi alla recitazione teatrale si affiancherà un coro di figure mute e parlanti che gravitando coreograficamente intorno a lui, ricreeranno momenti della sofferta infanzia, le evoluzioni del pensiero creativo, la gestazione del il rapporto amoroso con i suoi paesaggi, e le sue montagne.
Testo e regia di Giuseppe Amato, con Giuseppe Amato, Chiara Benedetti, Denis Fontanari e Filippo Porro. Coreografie di Claudia Monti, disegno luci e scenografia di Federica Rigon, suoni di Luca Vianini, costumi di Giacomo Sega.