Maxi operazione anticorruzione: agli arresti anche la sindaca Santi, Fravezzi, Hager e Signoretti
Un autentico terremoto giudiziario che coinvolge anche la politica altogardesana: oggi, martedì 3 dicembre, nel corso di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Trento, i Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale e i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Trento hanno eseguito un’ordinanza per ottenere la misura cautelare degli arresti domiciliari per nove persone sottoposte ad indagine: un sindaco, quattro professionisti, tre imprenditori e un dirigente comunale.
Si tratta della sindaca di Riva, Cristina Santi, degli imprenditori René Benko, Heinz Peter Hager e Paolo Signoretti, dell’ex senatore Vittorio Fravezzi e di altre persone. Fra gli indagati anche gli avvocati trentini Andrea Merler e Nicola Giuliano.
La Procura distrettuale di Trento ha emesso un mandato d’arresto anche per il magnate austriaco René Benko, fondatore del gruppo Signa, che un anno fa era salito agli onori della cronaca internazionale per un mega crac societario.
Indagato anche il sindaco di Arco, Alessandro Betta, per la trattativa legata all’ex hotel Arco da abbattere e ricostruire in riva al Sarca.
Dal mattino sono in corso oltre 100 perquisizioni nei confronti di altre persone sottoposte ad indagine, società e enti pubblici territoriali nelle province di Trento, Bolzano, Brescia, Milano, Pavia, Roma e Verona nonché all’estero.
Il provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Trento su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Trento, si basa su una lunga e articolata attività investigativa di polizia giudiziaria e tributaria, svolta dai Carabinieri e della Guardia di Finanza.
Le accuse della Procura ipotizzano l’esistenza di una sorta di gruppo affaristico in grado di influenzare e/o controllare le principali iniziative della pubblica amministrazione, soprattutto nel settore della speculazione edilizia in Trentino – Alto Adige. Stando alle accuse, gli imprenditori coinvolti si sarebbero resi disponibili a finanziare le campagne elettorali di amministratori pubblici, ottenendo poi agevolazioni, procedure semplificate e concessioni per iniziative immobiliari.
Pesantissime le accuse: associazione per delinquere, turbativa d’asta, finanziamento illecito ai partiti, traffico di influenze illecite, truffa, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, oltre ad altri reati contro la pubblica amministrazione, tra cui corruzione, induzione indebita, rivelazione di segreti d’ufficio e omissione di atti d’ufficio, nonché violazioni delle norme tributarie legate all’emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Nel mirino degli inquirenti sono finite 77 persone fisiche, tra cui 11 amministratori pubblici, 20 dirigenti e funzionari di enti locali e società partecipate, membri delle forze dell’ordine, professionisti e imprenditori. Inoltre, numerose persone giuridiche sono state segnalate per responsabilità amministrativa ai sensi del d.lgs. 231/2001. Il Giudice per le Indagini Preliminari ha condiviso la contestazione dell’utilizzo del metodo mafioso per il reato di associazione per delinquere ipotizzato dalla Procura della Repubblica in base ai contenuti dell’art. 416 bis.1. del Codice penale.
Con riferimento al rilievo sociale, economico e finanziario delle indagini, ricorrono specifiche ragioni di interesse pubblico per la diffusione del presente comunicato stampa, in ottemperanza alle disposizioni contenute nel D. Lgs n. 188/2021. Si rappresenta che, per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna. Il procedimento è nella fase delle indagini preliminari.