“Matteotti raccontato da Degasperi”, pagine di storia presentate in Provincia

Redazione18/11/20242min
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Il socialista Giacomo Matteotti che in Parlamento denuncia i soprusi del fascismo e firma così la propria personale condanna. Il direttore del quotidiano Il Nuovo Trentino, un giovane Alcide Degasperi, che coraggiosamente dalle colonne del suo giornale denuncia la sparizione e il probabile assassinio del deputato.

Se n’è parlato a palazzo Trentini dove il presidente del Consiglio provinciale Claudio Soini ha ospitato la presentazione del nuovo lavoro editoriale di Luigi Sardi, “Matteotti raccontato da Degasperi”, appena edito per i Tipi di Osiride e con prefazione di Alberto Faustini. A salutare inizialmente è stato proprio il presidente Soini, che ha concesso il patrocinio all’opera: il Consiglio provinciale – ha ricordato – si è dotato della legge 5/2024 che prevede di valorizzare la figura e il ricordo civile di Matteotti nel centenario della morte. Un suo grazie è andato al noto giornalista trentino per la ricerca condotta su una pagina di storia così dolorosa per il Paese e per il nostro Trentino, da cui originava la famiglia di Matteotti.

Tra i tanti titoli 2024 sul caso Matteotti, eccone dunque uno in versione molto trentina, che chiama in causa il Degasperi deputato dei Popolari, nell’epoca in cui da giornalista si occupa del clamoroso caso Matteotti additando “la banda di malfattori” responsabile dell’irreparabile. Dialogando amabilmente con Faustini, l’autore Sardi ha aperto una fitta serie di finestre su un frangente storico che cambia, in peggio, le sorti italiane. Tanti e ad ampio raggio storico i flash: il Degasperi che nel ’14 va da Papa Benedetto XV e lo convince a chiedere che la guerra si fermi; la figura di Margherita Sarfatti, che “inventa” il Duce degli italiani; il tardo Degasperi che salva l’Italia dalla fame e dall’Armata Rossa; l’importante sottolineatura sul fatto che Mussolini, pur pienamente responsabile sul piano morale, in realtà non ordinò di far fuori Matteotti e che furono Dumini e i suoi sgherri a combinare l’irreparabile.

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