Mascherine Ministeriali “a mutanda” in tutte le scuole, ma chi le usa?

Claudio Chiarani05/02/20214min
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Prendendo spunto da un’inchiesta del Corriere della Sera ci siamo documentati presso due dirigenti di altrettanti Istituti Scolastici Comprensivi della zona, Riva 1 e Arco, chiedendo rispettivamente al dott. Massimiliano Latino e Maurizio Caproni di illustrarci la situazione in relazione alle mascherine inviate dal Ministero in tutte le scuole che, come scrive il Corriere “sono le più odiate dai bambini e dai ragazzi di tutta Italia.” Tutto ciò premesso, ossia che il Ministero ha distribuito in Italia quasi un miliardo e trecentomila di questi dispositivi, di cui all’Istituto Comprensivo Riva-1 219.650 e all’Istituto Comprensivo di Arco 290.980 (dati al 29 gennaio 2021), consegnate agli studenti ma, come traspare anche dall’inchiesta del quotidiano online, praticamente “odiate” perché risulta difficile indossarle.
“Da noi le mascherine arrivano in stock – risponde il dott. Latino per Riva 1 – ne arrivano tante e noi che non gestiamo la quantità, sia chiaro, le distribuiamo al personale e agli studenti. Ritengo sia un modo per andare incontro alle famiglie per gli alunni, ossia limitare i costi se non azzerarli. Ovviamente le distribuiamo anche al nostro personale scolastico. A me risulta s’indossino senza problemi, ma visto che siamo in Provincia di Trento e l’ordinanza non obbliga, di fatto, ad indossare queste bensì le cosiddette “mascherine di comunità” tanti utilizzano le chirurgiche o quelle lavabili”. Latino asserisce che anche quelle diciamo “contestate” s’indossano senza particolari problemi, che tuttavia sono più indicate per i ragazzi dai sei ai nove anni, mentre per i più grandi sono certamente quelle chirurgiche (che arrivano in quantità anche quelle a scuola, va detto) le più indicate.
“Avrò ricevuto due, massimo tre e-mail di genitori che asseriscono come quelle ministeriali non siano indossabili, segnalazioni che non fanno nascere un qualsivoglia “problema” legato a ciò”.

Per Maurizio Caproni, dirigente dell’Istituto Comprensivo Arco, invece, sono stati i collaboratori scolastici a segnalare le difficoltà dell’indossare le famose mascherine chiamate ironicamente “a mutanda”. “Sì – ci dice il dirigente – mi è stato segnalato dai collaboratori che queste mascherine sono difficili da indossare, ma dobbiamo anche essere consapevoli che nelle scuole della Provincia di Trento le linee guida sono chiare. Ossia che l’alunno si può presentare con la cosiddetta “mascherina di comunità.” In ogni caso noi procediamo così: Quando ci arrivano le distribuiamo ai vari plessi scolastici, e poi diamo la dotazione al singolo alunno o al singolo appartenente al personale che però poi indossa quella che vuole. Un po’ di scomodità, devo dire le hanno tutte le mascherine, anche le chirurgiche ad essere sincero, ma s’indossano. La linea guida della Provincia, ripeto, lascia la libera scelta alle famiglie. Noi le distribuiamo a cadenza regolare ma ne abbiamo a disposizione per ogni evenienza. La dotazione? Circa ogni 4/6 settimane procediamo alla consegna, poi se le famiglie mandano a scuola i ragazzi con quella chirurgica, la Fpp2 o altra che ottemperi alla normativa è, ripeto, libera scelta di genitori o alunni”.
Insomma, una “soluzione” all’italiana come si direbbe in casi del genere, con scatoloni che arrivavano agli Istituti e nessuno capiva perché e addirittura da dove. Pacchi “anonimi” senza la scritta Ministero dell’Istruzione per capirci, per cui “sbrogliare la matassa” è stato arduo. Pare che un Senatore abbia telefonato e chiesto se fossero arrivate, da lì in poi e fino alla circolare della Provincia, però, è servito un bel po’ di tempo per capire.

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