L’ultramaratoneta Marco Gubert domina alla “Corsa della Bora”

Redazione09/01/20253min
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“Un bel percorso, vallonato ma facile visto che quasi sempre i sentieri che dovevamo superare erano abbastanza ampi da permettermi di correre”.
Questo il commento di Marco Gubert che, nello scorso fine settimana, si è imposto nella decima edizione della “Corsa della Bora”, ormai una classica del trainrunning internazionale, che ha come teatro l’altopiano del Carso a Nord di Trieste. 105 chilometri, con 3.700 metri di dislivello, con partenza e arrivo nell’incantevole località di Porto Piccolo di Sistiana.
“La partenza è stata data a mezzanotte – racconta ancora Gubert – e avevamo 24 ore di tempo per completare la gara. Ogni 10, 15 chilometri c’era un punto di ristoro e a metà percorso era stato posto un servizio dove ci si poteva cambiare e anche dormire. Io ho tirato dritto e ho concluso la gara in 10 ore 46 minuti e 17 secondi”.
Una grandissima prestazione dell’ultramaratoneta altogardesano visto che il secondo classificato, il trevigiano Diego Zanardo, è arrivato dopo quasi un’ora precedendo di quasi mezz’ora il francese Jèrome Ferris.
Tremila gli iscritti, provenienti da 50 nazioni, gli iscritti a questa classica “anche se – specifica Gubert – nella mia specialità, la più dura, erano in gara duecento atleti”.
Dopo vari podi, dunque, ecco il successo per l’ex cuoco (che non ha mai amato farsi chiamare chef) di origini primierotte e “emigrato” nell’Alto Garda che ora lavora in proprio come artigiano edile. “Non mi sono mai pentito di aver cambiato lavoro – spiega – anche se subito dopo una gara la fatica si fa sentire, non lo nego”. Lui che della fatica ne ha fatto un hobby, quasi un mestiere, con durissimi allenamenti sui sentieri che circondano la “Busa” e con la partecipazione a numerose gare massacranti dove ha colto successi anche prestigiosi tra cui, ricordiamo, la Corsa dei Ciclopi in Sicilia (da Cefalù alle falde dell’Etna) che è lunga 509 chilometri.
“Credo di essere a quota dieci con le vittorie individuali – racconta Gubert – e ho intenzione di andare avanti per un bel po’. Ho quasi 37 anni, ma non sono “vecchio” per il trailrunning che richiede resistenza alla fatica e testa”.
Al punto che domenica, dopo aver tagliato il traguardo, si è velocemente cambiato ed è andato incontro alla giovane moglie Alice, sposata lo scorso anno, che si è piazzata al 5° posto nella gara femminile vinta, era quasi scontato, dalla ricercatrice triestina Nicol Guidolin già più volte trionfatrice della manifestazione organizzata da Sentiero Uno.
Alla prossima avventura, dunque, anche se Marco ha un sogno nel cassetto, l’Ultra Trail du Mont Blanc, 171 chilometri alle falde del Monte Bianco per ben 10 mila metri di dislivello. Massacrante.

Nello Morandi