Luigi Bonazza protagonista al Mart. Quando una “casa” ad Arco per i suoi grandi artisti?

Rovereto accoglie un evento atteso da decenni: la mostra “Luigi Bonazza. Tra Secessione e Déco”, un’ampia retrospettiva dedicata al pittore e incisore trentino nato ad Arco nel 1877, considerato uno dei più raffinati interpreti dell’arte mitteleuropea del primo Novecento.
Formatosi nel clima culturale della Secessione viennese, Bonazza seppe intrecciare linguaggi e suggestioni diverse, diventando una delle voci più originali di quel Trentino di inizio secolo che fungeva da ponte fra mondi culturali affini ma profondamente diversi.
Un grande artista arcense… senza una “casa” ad Arco
La retrospettiva dedicata a Bonazza non è solo un evento culturale di rilievo: è anche un’occasione per riflettere sul rapporto tra Arco e i suoi grandi artisti. Perché, mentre Rovereto celebra uno dei suoi figli più talentuosi, la città natale dell’artista continua a non avere un luogo stabile dedicato alla conservazione, valorizzazione ed esposizione delle sue opere.
Un destino che Bonazza condivide con Giovanni Segantini, il pittore divisionista conosciuto in tutto il mondo, anch’egli nato ad Arco, anch’egli – paradossalmente – privo di uno spazio espositivo permanente nella sua città d’origine. Le loro storie artistiche, così diverse eppure accomunate da un legame profondo con Arco, sembrano chiedere da anni che la città trovi loro una collocazione adeguata.
Una sfida culturale per la città
Il tema è noto agli appassionati d’arte e ai cittadini più attenti: Arco non dispone ancora di una “casa degli artisti arcensi”, un museo o centro culturale dedicato a custodire e raccontare figure che hanno contribuito a portare il nome della città nel panorama artistico internazionale.
In un territorio che negli ultimi anni ha puntato moltissimo su sport e outdoor, portando gioie ma anche dolori, questa potrebbe essere una sfida strategica per arricchire l’offerta culturale, attirando nuovi visitatori, turisti, studiosi e appassionati d’arte. Basterebbe guardare ai numeri dei musei dedicati ad artisti locali in altre regioni italiane: spazi che diventano non solo luoghi di conservazione, ma vere destinazioni culturali capaci di generare movimento, economia, identità.
Un invito agli amministratori: aprire una nuova prospettiva
La grande mostra del Mart su Luigi Bonazza offre quindi un’occasione preziosa: stimolare una riflessione concreta all’interno dell’amministrazione comunale di Arco. Pensare a un luogo dedicato all’arte e ai suoi protagonisti non significa solo conservare memorie del passato, ma progettare un futuro in cui la città sappia raccontare sé stessa in modo più completo.
Perché cultura e turismo non sono mondi separati: se adeguatamente valorizzati, possono dialogare e rafforzarsi a vicenda. E Arco, terra di grandi pittori, merita di poterli raccontare a casa propria.
Nicola Filippi










