Lo storico Sandro Parisi: “Arco torni ad essere centro climatico di eccellenza”

Redazione17/10/20194min
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Alessandro Parisi è un arcense “doc” ed uno degli argomenti che gli sta particolarmente a cuore è la valorizzazione delle peculiarità della città dove è nato. E il progetto di valorizzazione di Villa Angerer potrebbe – secondo il testo che ci invia e che volentieri pubblichiamo – dare alla città Arco un impulso turistico che non sia legato solamente allo sport outdoor.
“Centro climatico-sanitario di eccellenza del Trentino-Alto Adige: questo sarebbe dovuta diventare Arco secondo quanto emerso da un incontro-dibattito promosso negli anni Sessanta del secolo scorso dalla Regione Trentino Alto Adige (allora non c’erano ancora le Province), cui avevano partecipato i massimi esponenti politici e amministrativi del tempo.
“Arco – si disse – ha una indubbia vocazione turistico-sanitaria dovuta non solo alla storia, ma principalmente alle sue peculiarità climatico-ambientali”. Non a caso la ricca nobiltà e borghesia dell’Oltralpe l’avevano scelta alla fine del 1800 per costruirci ville molto belle che sono arrivate fino ai giorni nostri, la maggior parte restaurate, altre in abbandono. Purtroppo quel progetto di “Centro climatico-sanitario di eccellenza del Trentino-Alto Adige” non ha avuto seguito.
Della storia passata di Arco dal punto di vista sanitario fa parte Villa Angerer (costruita nel 1873), divenuta Sanaclero dopo il suo acquisto da parte dell’Istituto religioso “Fides” nel 1936. Ma Villa Angerer potrebbe riappropriarsi di questa sua vocazione sanitaria se andasse in porto una interessante idea di Silvio Malfer, che già dieci anni fa contattò il dottor Luigi Fontana, studioso di fama internazionale dell’alimentazione, per un suo utilizzo come Casa di cura.
A questo punto non posso non ricordare che il sottoscritto e proprio Silvio Malfer facevano parte, agli inizi degli anni Settanta, del Consiglio di Amministrazione dell’Ente ospedaliero “Luciano Armanni” di Arco, che aveva in gestione diretta le “Palme” per la cura delle malattie polmonari non infettive, il “Quisisana” per la cura della Tubercolosi e appunto “Villa Angerer-Sanaclero”, non utilizzata. In quel periodo l’Ente ospedaliero citato poteva contare su una validissima squadra-manutenzione che teneva in ordine tutte le tre strutture.
Nel 1978, con la Riforma sanitaria, il tutto passò alla Provincia e il Consiglio di Amministrazione fu sciolto. Da allora Villa Angerer-Sanaclero è andata lentamente, ma inesorabilmente in rovina, cosa questa che è ben constatabile ai giorni nostri.
La proposta di una sua ristrutturazione è certamente una iniziativa che, se portata in porto, sarebbe un efficace volano economico non soltanto per le comunità dell’Alto Garda. In tempi in cui le fabbriche denotano molte criticità, in cui il turismo ha raggiunto il suo apice non senza problemi, pensare di utilizzare in modo intelligente e sostenibile il nostro ambiente per scopi sanitari non dovrebbe costituire scandalo, anzi tutt’altro.
Sta ovviamente ai nostri amministratori fare in modo che quella struttura, anzi, quelle strutture, perché sono più di una, siano restaurate in modo da andare incontro certamente alle aspettative degli imprenditori interessati al progetto, ma anche alle giuste aspettative del territorio, aspettative economiche ed ambientali. Ai cittadini responsabili, propositivi e non prevenuti a prescindere, anche attraverso i Comitati di partecipazione e le varie associazioni, il compito di valutare i progetti che saranno di volta in volta sottoposti alla loro attenzione”.

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